Cessione Perugia. Squalificato il presidente dell’Ars et Labor Ferrara Molinari
All’argentino è stato contestato il mancato invio di certificazioni finanziarie nell’affare che ha portato la società umbra nelle mani di Faroni. Patteggiati 3 mesi e 15 giorni
Ferrara «Per non aver depositato alla Co.A.P.S. (Commissione Acquisizione Partecipazioni Societarie) nel termine di 15 giorni, ex comma 7 dell’art. 20 bis delle N.O.I.F., la documentazione relativa ai requisiti di solidità finanziaria relativi ai soggetti che siano entrati a far parte ovvero controllino, direttamente o indirettamente e, pertanto, titolari effettivi, di una quota capitale della società sportiva». Si tratta della contestazione mossa dalla Procura federale della Figc a Juan Martin Molinari nell’indagine aperta (e conclusa) sulla cessione del Perugia all’altro argentino Javier Oracio Faroni. Entrambi gli imprenditori hanno scelto di patteggiare 3 mesi e 15 giorni, sfruttando l’articolo 126 della giustizia sportiva che disciplina l’applicazione di sanzioni su richiesta “prima del deferimento” e concede una diminuzione della sanzione ancora più ampia.
Ma la documentazione federale permette anche di addentrarsi in parte delle società che fanno capo al presidente e attuale proprietario di Ars et Labor. Molinari, infatti, attraverso la Beagle Capital Management Llc deteneva (il passato è doveroso perché il procedimento federale è iniziato lo scorso anno) il 100% della Saia Investments Ltd che era proprietaria del Perugia Futbol. Il 90% delle quote del Perugia Futbol sono state poi cedute alla Sport Next Gen Ltd, a sua volta detenuta al 100% della Dilnay S.A. di cui Faraoni ha il controllo assoluto.
Come confermato dagli accertamenti federali, Molinari non ha però più alcuna partecipazione nel Perugia da cui si è dimesso nel momento in cui è divenuto proprietario al 50% dell’Ars et Labor con la restante parte che a luglio era a carico di Andres Adolfo Marengo.
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