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Abodi lancia Ferrara: «Un faro per lo sport»

Francesco Gazzuola
Abodi lancia Ferrara: «Un faro per lo sport»

Il ministro e la candidatura a città europea 2027

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Ferrara «Ho promesso a Max e Alberto di andare in canoa con loro in Darsena, e quando prometto mantengo. Loro sono due “ragazzi” di una settantina d’anni, apparentemente non vedenti ma vedono molto più di noi tante cose». A Ferrara rimetterà piede sicuramente l’anno prossimo, ma intanto Alberto Abodi è in prima fila per inaugurare la prima edizione del Ferrara Sport Festival. Chi meglio del ministro per lo Sport e i Giovani, d’altronde.
Giunge in ritardo sul palco di piazza Municipale dopo il taglio del nastro in Darsena, ma non importa. È «felice di essere arrivato qualche minuto: può sembrare una mancanza di rispetto nei vostri confronti però l’ho detto al sindaco che quando si incontra l’umanità si fa fatica a staccarsi». Il ministro Abodi ha voluto fermarsi ad ogni stand: «Ho notato la passione da parte dei ragazzi e delle ragazze, la competenza dei maestri, la maturità di un ambiente che vive di impegno e passione sociale». In Darsena c’è «la dimensione paralimpica dello sport», una delle 17 location – e 36 impianti – che fanno da sfondo allo Sport Festival.
“Sono all’altezza, è il mio momento” urla e scalpita Ferrara, che con questa manifestazione vuole presentare il perfetto biglietto da visita per candidarsi a diventare città europea dello sport 2027. Occorre indossare il vestito migliore per tutti i giorni dell’evento – fino a domani –, perché i commissari stanno camminando ora tra le vie cittadine. Prove generali, dunque, e anche il ministro Abodi strizza l’occhio: «Non vorrei essere nei panni di chi deve valutare la candidatura di Ferrara. Quello che viene fatto con lo Sport Festival non è soltanto l’espressione di una promessa, bensì il consolidato di una storia: c’è quasi sempre una corrispondenza tra sport e qualità della vita; al contrario c’è poco benessere lo sport è scarsamente presente». Ferrara viaggia con il vento in poppa, tanto da diventare esempio virtuoso: «Vogliamo che la qualità che esprime questa comunità e questa città siano riferimento anche per gli altri» applaude Abodi.
Un buona occasione, «questi tre giorni, anche per impegnarsi e non rassegnarsi all’idea della sedentarietà digitale e della solitudine». Gli rimangono «i sorrisi negli occhi di bambini e bambine che con ogni difficoltà, laddove presente, riuscivano attraverso lo sport a sentirsi vivi».
Ferrara inizia a mettersi in moto: gli impianti sparsi per la città sono pronti ad accogliere eventi e dimostrazioni. Sono 42 le discipline sportive da scoprire, 100 le associazioni operanti sul territorio. Tutte a portare in piazza i frutti delle proprie attività, gli sforzi e la dedizione di cui si nutrono. Sono anche in centro città, dove si attente la maggiore concentrazione di pubblico – sinora titubante.
La città estense vuole far parlare di sé, ma prima il riconoscimento va a chi Ferrara già la porta (o l’ha portata) in giro per il mondo. Come? Vincendo medaglie, laureandosi campione del mondo oppure olimpionico. All’inaugurazione in piazza Municipale c’è chi un pizzico di ferraresità in giro l’ha portata: Filippo Pelati, Alessia Maurelli, Laura Fogli, Mirco Antenucci, Luca Lunghi e Alessandro Duran. Tutti introdotti da un giornalista che – si può dire – è nato professionalmente alla Nuova Ferrara, Massimo Callegari, tornato qui per quella che con orgoglio chiama “la mia città”. Suona l’inno d’Italia, poi parola al sindaco Fabbri che ricorda le «molte risorse investite in questo mondo, tra infrastrutture contributi agli atleti. Ci apriamo come città al mondo dello sport». Tutto nasce da un’idea che l’assessore Carità pensava fosse «malsana, ma che oggi, considerando il risultato, tanto malsana non è. Abbiamo creato lo Sport Festival dopo aver toccato con mano tante realtà sportive e credendo che questi grandissimi risultati andassero celebrati. Grazie per ciò che fate con lo sport per la nostra città». Bacchetta magica ed eccoci qua, in una Ferrara che vuole sentirsi importante e fare dello sport un’eccellenza riconosciuta da tutta l’Europa.

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