Ars et Labor e una settimana clou. La punta e la Coppa da non fallire
Antenucci vorrebbe regalare a Di Benedetto l’attaccante, ma la proprietà tentenna. Mercoledì con il Sant’Agostino servono vittoria e gol per superare la Comacchiese
Ferrara La nota positiva è senz’altro rappresentata dai 3 punti, tema sempre primario, quando si parla di calcio e di obiettivi. Non si tratta di entrare nel moderno – e per certi versi stucchevole – dibattito tra giochisti e risultatisti. È semplicemente la realtà e in tal senso basta dare un’occhiata alla classifica aggiornata del girone B di quest’Eccellenza emilano-romagnola: la graduatoria non è ancora quella desiderata o ipotizzata, ma è viva e aperta verso l’obiettivo.
La partita vinta di misura, e soltanto su calcio di rigore, dall’Ars et Labor contro la Comacchiese ha tuttavia evidenziato che il percorso biancazzurro è ancora in piena modalità “diesel”. Con una sintesi molto semplice: se i giri del motore rimarranno questi, sarà ben difficile trovare l’accelerazione giusta per andare a vincere il campionato.
La questione è collettiva e non riguarda solo la palese e arcinota necessità di chiudere il mercato estivo (che termina domani, poi fino a dicembre si potrà tesserare solo calciatori svincolati) con l’inserimento di una punta. Lo dicono i fatti, lo ribadisce a furor di popolo anche la Curva Ovest, con uno striscione, che ha ricordato l’impellente necessità: “Ag vol na punta”. Viceversa, come accennato, toccherà... puntare sugli svincolati e in tal senso le perplessità aumenterebbero in maniera esponenziale.
Il diesse Mirco Antenucci lavora da mesi sulla questione e al club avrebbe prospettato molteplici nomi e situazioni che farebbero al caso. La proprietà, però, fin qui non ha battuto il famoso colpo sperato. Anche mister Stefano Di Benedetto rimane in attesa, pur avendo ribadito la fiducia negli attaccanti attuali della sua rosa.
Insomma, siamo entrati in quella che potrà essere la settimana della punta, con il non banale passaggio di Coppa Italia d’Eccellenza-Memorial Dorindo Sanguanini contro il Sant’Agostino, in programma mercoledì sera (fischio d’avvio alle 20.30) sul campo neutro del “Bellini” a Portomaggiore, vista l’incapienza del “Renato Caselli”, terreno casalingo dei Ramarri, ma non al “Mazza” per non favorire oltre il lecito la squadra di Ferrara rispetto alle “cugine minori” della provincia inserite nel gironcino territoriale di questa prima fase. Match di metà settimana che ci farà capire se e come l’Ars et Labor si qualificherà al turno successivo: la Comacchiese –sì, ancora lei...– ha il destino nelle proprie mani per chiudere davanti a tutte le altre ferraresi nella contemporanea sfida al “Duo” di Mesola: biancazzurri e rossoblù conducono a 4 punti, ma i lagunari si fanno preferire per differenza reti e gol fatti (da non credere per una squadra che in campionato ancora non ha realizzato nemmeno un gol).
Tornando a riavvolgere il nastro di qualche ora, non si può non sintetizzare il sentimento comune delle oltre 4.000 persone che sabato hanno popolato il “Mazza” con quel misto di timida soddisfazione per la vittoria, ma di alta perplessità per un’altra non entusiasmante proposta offerta dalla squadra. Mister Di Benedetto ha detto che l’Ars ha dominato. Ecco, diciamo che dominare – soprattutto quando si hanno dalla propria elementi nettamente più forti degli avversari – significa creare, tenere i ritmi alti, segnare e mai tenere in partita i dirimpettai. La Comacchiese, invece, pur con tutti i suoi problemi offensivi, ha avuto due clamorose palle per agguantare il pareggio: una su azione manovrata con Taroni (e si è già detto della bravura del portiere Luciani a sventare la minaccia con un grande intervento) e l’altra con Felloni sugli sviluppi da corner a una decina di minuti dalla fine.
Per il resto, la manovra offensiva biancazzurra continua a poggiarsi quasi esclusivamente sulla fantasia di Malivojevic e Senigagliesi. Cozzari è parso vivo e impattante nel ruolo di finta punta, ma se per tutta la sua vita - dalle giovanili fino alle prime squadre - non ha giocato là davanti ci sarà pure un motivo.
Peccato, infine, per l’infortunio al ginocchio capitato a Stoskovic, sul quale non trapela particolare ottimismo. Se ne saprà di più nelle prossime ore, ma la dinamica dell’accaduto potrebbe generare un referto medico non certo desiderato.