La vita a Ferrara, il basket e i sogni: la cestista azzurra si racconta
Silvia Nativi: «La città mi ha formata. Sacrifici, lacrime e soddisfazioni»
Ferrara Silvia Nativi è una cestista di indubbio spessore, sia tecnico che umano. Un talento, una forza della natura, un esempio a tutto tondo. Per nove anni questa straordinaria campionessa ha vissuto a Ferrara: il suo ricordo della città estense è meraviglioso. «Sono nata nel 2002. Fin da piccola ho giocato playmaker, poi in America mi hanno fatto fare tutti i ruoli da 1 a 4, quindi sono un po’ un jolly che fa quello che serve alla squadra. Sono nata a Siena, cresciuta in Maremma a Marina di Grosseto e poi ho vissuto a Ferrara dal 2011 al 2020».
Ferrara, continua, «mi ha formata dal punto di vista cestistico. Le società maschili e femminili che mi hanno cresciuta mi hanno dato un’opportunità che non tutti hanno, e sono molto grata di tutte le possibilità che ho avuto. Ancora per qualche anno i miei genitori vivranno lì, quindi ogni tanto vado a trovarli ed è sempre bello tornare a casa e rivedere gli amici con cui sono cresciuta». Ma non è tutto: «Per me il basket non è solo un lavoro. Sarà forse un po’ banale, ma per me la pallacanestro è libertà. Libertà di esprimermi, di pensare e di essere. Ho sacrificato tante cose per il basket, come tutti gli atleti, ma le emozioni che questo sport ti dà, ripagano ogni singola goccia di sudore e ogni lacrima versata».
Il bilancio è decisamente in attivo: «Ogni esperienza vissuta con la nazionale, a partire da quella under per finire con il 3x3 di quest’estate è stata una benedizione. Ogni volta che indosso la maglia della nazionale ho i brividi. So che in quel momento ho tante responsabilità in quanto sto rappresentando il mio Paese, ma è una di quelle sensazioni che a parole non si può spiegare».
Al centro ci sono gli affetti: «Le persone più significative sono la mia famiglia, che mi segue e supporta in ogni singola scelta, il che non è facile dato che amo viaggiare e a soli 18 anni mi sono trasferita dalla parte opposta del mondo. Un ringraziamento speciale va a Nando Maione, che oltre a essere un allenatore speciale, è anche una persona speciale che mi ha formata e continua a farlo ogni estate. Il suo supporto e i suoi consigli mi hanno sempre guidata e continueranno a farlo». Oltre alla pallacanestro, si racconta Silvia, «sono una persona molto solare, amo socializzare e conoscere persone nuove tutte le volte che ne ho la possibilità. Amo viaggiare con tutto il mio cuore perché penso che sia l’unica cosa che ti apre gli occhi e ti espande la mentalità. La mia famiglia e i miei amici più stretti sono tutto per me, e ogni volta che ne ho la possibilità adoro passare il mio tempo con loro. Mi sono laureata in Economia al College di Unco e continuerò a studiare per prendere una magistrale per poi vedere quali porte si apriranno. Mangiare è un’altra delle mie grandi passioni, anche se in cucina sono abbastanza una principiante ma sto migliorando. Amo immergermi nella natura e fare continuamente nuove esperienze».
Riguardo al futuro, «in questo momento però sto cercando di concentrarmi sul presente. Ho passato molti anni a preoccuparmi inutilmente del futuro, e poi ho capito che non mi stavo godendo abbastanza quello che avevo sotto le mani in quell’istante. La mia idea è quella di continuare a giocare a basket fino a quando il mio corpo non mi dice “basta”. Dove mi troverò nei prossimi anni non lo so, per adesso mi trovo in un posto in cui sto molto bene e mi voglio godere questo anno al massimo». In conclusione, «il mio motto è “solo se ti rende felice”. Ho scelto anche di tatuarlo in un momento in cui mi era difficile uscire da situazioni che mi facevano stare male, ma dalle quali mi sentivo intrappolata. Ogni volta che lo leggo, mi ricorda che ho il potere di scegliere cosa è meglio per me. Alla fine, quello che conta davvero è il mio benessere e, sapere che posso decidere in base a ciò che mi fa stare bene, è la mia forza».
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