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Consulenti invadenti e decisioni non condivise: il divorzio (consensuale) tra Antenucci e Ars et Labor

Alessio Duatti
Consulenti invadenti e decisioni non condivise: il divorzio (consensuale) tra Antenucci e Ars et Labor<br type="_moz" />

Dopo appena due mesi lascia il direttore sportivo, la squadra lo ha appreso dai social, mentre il neo ds Federico lascia Chioggia

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Ferrara Il destino biancazzurro continua a tenersi parecchio distante dal sentimento della tranquillità. In questo caso, però, non si tratta di una ricaduta di campo o di un passo falso inaspettato arrivato dopo l’eccitazione provata nel vedere la prima vittoria convincente da parte dell’Ars et Labor. Il turning point di Budrio contro il Castenaso è da considerarsi cancellato, o quantomeno dovrà esser messo da parte per diversi giorni, perché in via Copparo è stata registrata una scossa di terremoto che sarà assai difficile da assimilare in tempi brevi. Dopo soli due mesi con indosso i panni del direttore sportivo è infatti arrivata la separazione tra Mirco Antenucci e il club. Così formalmente riassunta nella nota propagata dai canali del “G.B. Fabbri”.

“ll Club Ferrara Calcio Ars Et Labor e il Dott. Mirco Antenucci comunicano di aver deciso, di comune accordo e dopo un confronto sereno e costruttivo, di interrompere il rapporto di collaborazione. La società rivolge al Dott. Antenucci i migliori auguri per il prosieguo della sua carriera professionale”. Poche righe, che si traducono nella parola “fine” di una storia mai realmente decollata nonostante il sincero desiderio e il grosso impegno messo dall’ex capitano nei confronti della piazza estense.

Nella nota societaria si leggono i passaggi “comune accordo” e “confronto sereno” e francamente il tutto può anche esser comprensibile. Decisamente diverso da tradurre il fatto che il confronto sia stato “costruttivo” perché solitamente tale termine viene utilizzato in situazioni o condizioni non semplici ma che comunque hanno uno sbocco futuro. Che in questo caso, però, non potrà esserci.

L’annuncio è stato praticamente contemporaneo al comunicato ufficiale dell’Union Clodiense, che ha spiegato di “aver ricevuto le dimissioni di Sandro Federico dalla carica di Direttore Sportivo, prendendo atto della decisione e ringraziandolo per la collaborazione prestata durante il periodo di attività”. E sì, sarà proprio lui il nuovo diesse spallino.

La notizia della rottura definitiva ha accentuato, una volta in più, le perplessità della piazza rispetto al nuovo corso argentino. Antenucci è stato anche traduzione di fiducia, garanzia e speranza che col passare del tempo la nuova società potesse incasellare meglio il proprio operato. Ora che Mirco svuoterà il suo ufficio in via Copparo, il disorientamento e la sfiducia sono tornati a prevalere. Un po’ come era accaduto in estate, quando si erano verificate un paio di giornate da “tira e molla” sulla partecipazione di Antenucci al progetto e sul suo coinvolgimento operativo con un ruolo piuttosto che un altro. L’ex bomber ha sempre chiarito di occuparsi prettamente dell’area sportiva - tenendosi a debita distanza dalle mosse dei piani alti - ma in soldoni non ha mai potuto operare mettendo con le proprie idee. Assieme a Di Benedetto alla fine si era anche creato un buon feeling, ma Antenucci in estate avrebbe gradito dare un’opportunità al “local” Davide Marchini. I giocatori scelti - argentini o gli ex Palermo, tanto per capirci - non sono evidentemente state mosse dell’ormai ex diesse. Mentre la questione “punta” è stato il classico di non ritorno. Il “suo” Cesario è stato scartato, così come gli innumerevoli nomi proposti nei mesi. Ultimo, quello di Mattew Bonicelli (ex Bisceglie e Manfredonia, che ha da poco rescisso con l’Heraclea). La proprietà non ha mai voluto dare il benestare e parecchie sarebbero state le invasioni di campo dei noti consulenti esterni che lavorano per il club, rispetto alle idee dell’ex capitano. Che non avrebbe condiviso parecchi modus operandi (compreso il rinvio del progetto femminile). 

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