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«La punta arriverà di certo, ma l’Ars et Labor è già forte»

Tommaso Schwoch
«La punta arriverà di certo, ma l’Ars et Labor è già forte»

Il nuovo diesse Sandro Federico si presenta, spiega e promette: «Il mercato nei dilettanti in pratica è sempre aperto, valutiamo tutti i fattori»

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Ferrara Eccolo il nuovo direttore sportivo Sandro Federico, lui sì con la qualifica (e l’esperienza ventennale, come ha rivendicato non senza un po’ d’orgoglio), che ha preso il posto dell’ex capitano spallino Mirco Antenucci. Uno strappo che lunedì si era concluso con la rescissione consensuale del suo rapporto con l’Ars et Labor. Ieri si è voltata pagina, con una rassicurazione: «La punta arriverà, ma nel modo giusto, senza sbagliare la scelta e dopo aver fatto ogni valutazione sui giocatori già a disposizione», ha rassicurato e poi chiarito nei dettagli Federico.

A presentarlo, nella sua prima uscita davanti ai media locali, l’altrettanto nuovo direttore generale Bruno Pradines, che pure avrebbe dovuto presentarsi: «Buona sera, anzi, buongiorno – ha aperto l’incontro il direttore argentino, scusandosi per il suo italiano ancora incerto –, ma sto imparando».

Italiano, ma nato a Toronto 53 anni fa, appena svincolato dalla Clodiense, Federico ha così preso la parola da nuovo responsabile dell’area tecnica: «La mia figura è sempre stata vicina a questo progetto – ha esordito –, già nella fase embrionale. In queste settimane stiamo iniziando a risolvere qualche dubbio che la piazza aveva».

Queste le prime parole del nuovo direttore, che ci tiene sin da subito a precisare che fa parte di questo progetto, in tutta la sua profondità, sin dagli albori: «So e conosco bene la forza di questa proprietà, sono convinto che insieme possiamo fare un percorso importante: sono uomini di calcio e hanno una filosofia ben precisa, quella di creare armonia, confronto e condivisione. Ho partecipato attivamente dal primo secondo: non solo per la partecipazione al bando del Comune, ma anche dal punto di vista tecnico nella scelta dei giocatori e dell’allenatore, che conoscevamo bene. Su ogni ragazzo abbiamo fatto una selezione veloce ma durissima e alla fine abbiamo creato questo gruppo, condividendo ogni scelta con l’allenatore».

Il direttore continua poi elencando le qualità dell’attuale società, nonché un certo modus operandi che si è deciso di adottare in questa fase: «Per me c’è solo da costruire e da fare. Non siamo una proprietà che promette, preferiamo fare e poi annunciare ciò che abbiamo fatto. Spesso lavoriamo dietro le quinte, perché non ci piace apparire, la filosofia è questa: non esiste Sandro o Bruno, esiste la proprietà e la società. Siamo andati avanti con questa linea in questi primi due mesi e così continueremo. Il lavoro è già a buon punto, ma c’è tantissimo da fare ancora e con grande umiltà proveremo a costruire qualcosa di diverso».

Come accennato, non poteva mancare il discorso sulla punta, per molti il motivo principale della separazione tra i biancazzurri e Antenucci: «La punta arriverà sicuramente – rassicura Federico –, la data del 30 settembre come chiusura del mercato non è reale: nei dilettanti, tramite le risoluzione dei contratti, il mercato è in realtà aperto fino al 30 marzo, c’è solo il limite di due tesseramenti a stagione. Se si volesse fare uno scambio con un’altra società, ad esempio, si potrebbero semplicemente fare due risoluzioni, e così facendo arrivare ad acquistare un giocatore. Questa cosa la sapevo sin dall’inizio, è una legge di un paio d’anni fa: crea anche diversi problemi alle società, nella gestione del gruppo. Un giocatore può andare a chiedere la risoluzione e il giorno dopo giocare già con un’altra squadra. La punta arriverà nel momento in cui troveremo l’attaccante giusto per le caratteristiche che ci servono. Abbiamo calciatori che hanno nelle corde più di cento gol in serie D: parlo di Gaetani, Cozzari, Carbonaro e tutti gli altri giocatori d’attacco. Sono ragazzi che devono ancora dimostrare il loro pieno valore. Si farà quello che è giusto fare, non solo per quel che riguarda l’attaccante».

Legato al discorso punta, il direttore ha ragionato anche sull’eventualità d’ingaggiare Cesario, pista che è stata poi abbandonata: «Cesario è un ragazzo che ho avuto in rosa l’anno scorso e per cui ho discusso con la società. In lui avevo visto qualità importanti, infatti ha poi concluso la stagione con 25-26 gol in Eccellenza. Con lui ho un rapporto stretto e diretto, ma il problema è che, quando è venuto qui da noi, era ancora troppo indietro nel recupero. Non potevamo permetterci di prendere un attaccante a mezzo servizio, ora non so in che condizioni sia, ma pensavamo fosse molto più avanti. Lo abbiamo sostenuto per un mese circa, dandogli la massima assistenza con tutto il nostro staff e il nostro impianto, ma non era possibile continuare».

Per concludere, vi è stata una riflessione sul campionato di Eccellenza, constatando come sia difficile pensare a un’Ars et Labor dominante dall’inizio alla fine: «È un campionato molto equilibrato, domenica c’è un’altra partita difficilissima. Però sto vedendo la squadra con uno spirito giusto, abbiamo una rosa di grandissima qualità e qualcuno non è ancora venuto fuori. Puntiamo a portare tutti sullo stesso livello, perché sarà un campionato di grandissimo equilibrio e ci sarà da lottare. Speriamo di dare continuità a sabato scorso e di avere il sostegno dei nostri tifosi, che sono fenomenali. In virtù di questo, le porte del centro sportivo saranno riaperte al pubblico».

Accadrà per l’allenamento di stamattina, dalle 11 alle 13: un bel gesto per provare a venire incontro ai tifosi, che da diverso tempo aspettano di poter accedere nuovamente agli allenamenti della prima squadra durante il campionato.