Per l’Ars et Labor una difesa blindata
Non solo la questione nuova punta, la squadra di Ferrara deve puntare a mantenere la solidità della retroguardia
Ferrara Proviamo un attimo a distogliere l’attenzione “dalla punta”, che deve comunque restare una priorità assoluta per l’Ars et Labor. Perché dopo 9 partite, comprensive di campionato e Coppa d’Eccellenza, lo si è capito: solo con l’uomo gol si potrà realmente fare selezione in una classifica che resta assai equilibrata e che vede tante squadre “mangiarsi” punti l’una con l’altra.
Oggi l’argomento da tenersi stretti e da continuare a perseguire con lavoro è la fase difensiva. Quella dei biancazzurri è ben organizzata. Magari non immediata nella fase di riconquista palla - come verosimilmente vorrebbe mister Di Benedetto - ma globalmente solida in virtù di alcuni fattori evidenti: la condizione fisica, ora a più che buon livello e le doti atletiche sono qualità da categorie superiori.
Metter sotto gli estensi da questo punto di vista sarà un’impresa per tutti. Poi il sacrificio, a partire da quello degli attaccanti, perché Senigagliesi e Barazzetta la fascia la macinano anche all’indietro e perché Carbonaro - sarà anche per il 7 sulla maglia - somiglia sempre più al Morata vincitore dell’ultimo Europeo con la Spagna che aveva dichiarato di essersi “messo i panni del muratore”.
Tanto per far capire che quando si è consci di non essere esattamente un bomber da 20 gol a stagione, ci si deve calare nella parte collettiva per il team e, magari, favorire le azioni corali.
A centrocampo, bene o male, si corre e si contrasta ma passi in avanti in termini di compattezza potrebbero essercene ancora. Che dire, poi, della linea arretrata? Qualche errore individuale di troppo c’è ancora, ma i dazi sono stati tenuti a distanza. L’inserimento di Mambelli in coppia con Dall’Ara è però senz’altro stato una volta. Dati di fatto che gli stessi protagonisti conoscono, anche se non dicono. Perché nel calcio - anche quello dilettantistico - è protocollo valido il tener lontani i singolarismi.
E allora eccoci alla vigilia di una partita assai importante, con l’Ars et Labor a vestire i panni dell’attuale miglior retroguardia del torneo (3 gol subiti alla pari del Medicina Fossatone).
Dopo lo shock iniziale con la Fratta Terme i ferraresi hanno capitolato solo sulla ribattuta del calcio di rigore di Budrio proprio contro il Medicina. Per il resto si contano 4 gare di campionato a porta inviolata e vanno tenute strette anche le due di Coppa contro Comacchiese e Sant’Agostino a 0 subiti.
Domani al “Mazza” si presenterà il Futball Cava Ronco: test di rilievo anche perché i forlivesi, a oggi, recitano la parte del secondo miglior attacco con 10 marcature e anche dietro sono sul podio (4 reti subite). Sir Alex Ferguson, il tecnico più vincente della storia del pallone, al Manchester United dal 1986 al 2013, diceva che “gli attacchi vincono le partite, le difese vincono i campionati”. Filosofia sposata dai migliori allenatori, anche italiani. Quelli che vincono da sempre, a differenza degli “scienziati” moderni che però mai alzano una coppa. Basti pensare che dal 2008 a oggi soltanto la Juventus di Sarri nell’anomala annata 2019/2020 si è laureata campione d’Italia senza i numeri della miglior difesa. Per il resto la linea è stata chiara con il Napoli di Conte ultimo esempio. Allegri sta rivoluzionando il Milan partendo dalla fase difensiva; la Roma vola in alto con i migliori numeri della serie A (2 gol al passivo in 6 giornate). A Ferrara tocca parlare d’Eccellenza, ma il calcio resta una cosa semplice e le sue “regole non scritte” valgono su qualsiasi campo.