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Il traguardo

Da Ferrara a New York per correre la maratona, è la 70ª in settant’anni

Dario Cavaliere
Da Ferrara a New York per correre la maratona, è la 70ª in settant’anni

Il podista: «Qualche stop nella preparazione ma non rinuncio, la faccio in camminata»

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Ferrara Negli ultimi anni a Ferrara il nome di Giorgio Salmi è associato al concetto di Ajna. Si tratta del 6º chakra, in sanscrito significa “percepire” o “centro del comando”. Le funzioni principali sono la visione, l’intuizione, l’immaginazione creativa. E di creativo Giorgio ha tanto, se si pensa che dopo una vita “movimentata” – ex bancario, nel 2010 cambia vita; fa la guida turistica nell’Isola di Boavista a Capo verde sposando un tipo di turismo alternativo che non altera l’ecosistema esistente –, torna e diventa sommelier, autore di libri (ultimo dei quali sulla sua passione per l’Albana), presidente di un’associazione (Ajna appunto) della quale è operatore olistico.
Non finisce qui: ha anche sviluppato l’idea di un’enoteca, legata all’Albana, che ha trovato spazio nei locali dell’ex bar Hermitage di via De Giuli, un posto da lui frequentato in gioventù e che negli anni ’70 fu molto più di un esercizio commerciale. Divenne punto di aggregazione e riferimento per tante attività, soprattutto quando la polisportiva “Il Quartiere” perse il ruolo di aggregazione. All’Hermitage, con Salmi fra i promotori, si organizzavano feste, attività sportive alternative come lo sci club e la scuderia automobilistica. Qui son passate generazioni di bambini e di ragazzi che negli ultimi tempi, complici i festeggiamenti per i 50 anni de “Il Quartiere”, si sono ritrovati e hanno ripreso a organizzare eventi e condividere momenti, come se il tempo non fosse mai trascorso, proprio nei locali della nuova enoteca.

Adesso per non farsi mancare nulla e rinverdire i suoi trascorsi da atleta, una nuova impresa: correre la sua 70ª maratona a 70 anni, e farlo nella splendida cornice della “grande mela”. «L’idea di partecipare alla New York Marathon è scaturita a gennaio – dice Salmi –. Stavo mettendo in ordine i miei ricordi sportivi, quando ho ritrovato una lista: lì erano elencate tutte le mie gare più importanti, tra le quali spiccavano ovviamente le maratone. Tranne Tokyo, ho affrontato le maratone che vengono definite “major”, ovvero Boston, Londra, Berlino, Chicago e New York, e ho realizzato che ero arrivato alla bella cifra di 69 gare disputate con un record personale vicino alle 2 ore e 30 minuti. Da qui è scattata la scintilla: quest’anno avrei compiuto 70 anni e quale miglior regalo se non correre la 70ª maratona a 70 anni? Così ho iniziato ad allenarmi, con la gara il 2 novembre avrei avuto tutto il tempo di fare le cose con calma. Venivo da tre anni impegnativi nei quali non ero stato molto costante nel praticare sport, ma si poteva fare. Non avevo però fatto i conti con i tanti anni di impegno agonistico, comprese le molte ultramaratone tra cui tre 100 km concluse, corse importanti che avevano contribuito ai tanti infortuni della mia carriera. Qualche piccolo stop lo avevo messo in conto ma contavo sulle mie doti di recupero. Ad aprile mi sono dovuto fermare un mese per infiammazione ai legamenti del ginocchio e a giugno stop di due mesi per un intervento a causa di un’ernia inguinale. Riprendo ad allenarmi ai primi di agosto, con tre mesi davanti ed ero tranquillo, ma a fine mese, al km 9 della ciclabile Burana vicino a Bondeno, inciampo in una radice che affiora in maniera pronunciata dall’asfalto e cado. Morale, due costole rotte, mano destra incrinata, diverse escoriazioni al volto e terzo stop. Se non fossi sempre stato una persona determinata, a questo punto avrei potuto pensare che era il caso di lasciar perdere. Invece no. Ho deciso di affrontarla in modo diverso, percorrendola solo in camminata sportiva, disciplina di cui sono istruttore certificato, e quindi senza più l’assillo del cronometro. D’altra parte, è la quarta partecipazione: ho già fatto segnare un 2h37’. Questa volta vado solo per festeggiare e per godere del panorama e del calore del pubblico presente. Come regalo può bastare».
Per l’occasione Giorgio Salmi ha fatto stampare delle magliette celebrative da regalare: stampati su fondo giallo ci sono i due numeri 70, gli anni e le maratone. Ma che quella del 2 novembre sia l’ultima non ci scommettiamo troppo. l