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Verso Solarolo-Ars et Labor, un ex spallino alla guida dei romagnoli

Alessio Duatti
Verso Solarolo-Ars et Labor, un ex spallino alla guida dei romagnoli

Alessandro Evangelisti è l'allenatore dei ravennati: «Proveremo a fare la partita della vita». Domani a Castel San Pietro contro i biancazzurri cercherà il colpaccio

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Ferrara Dici Solarolo e pensi all’inconfondibile voce di Laura Pausini o alle energiche pedalate di Davide Cassani. Ma nella località romagnola rotola anche il pallone: basti pensare all’altro Cassani – Stefano, figlio del ciclista – che sta facendo ottime cose come allenatore, da poco approdato al Carpi, dopo una virtuosa gavetta nel dilettantismo regionale. Poi, c’è la società di calcio, fondata nel 1970, che domani sera riceverà l’Ars et Labor nel turno infrasettimanale. I biancorossi romagnoli sono al loro secondo anno d’Eccellenza, dopo i tanti campionati tra Promozione e Prima categoria vissuti dall’alba del nuovo millennio. Oggi la compagine è guidata da Alessandro Evangelisti, classe 1981, di professione allenatore dal 2020, con 20 anni di pallone giocato da centrocampista. Tanta serie C, tanta D, ma anche un simbolico esordio in serie A. Nel percorso di Evangelisti c’è stata anche Ferrara: alla Spal si contano 8 presenze nel campionato di serie C2 2005/2006.

Mister, vien da dire che per lei sarà una partita un po’ speciale. «Esattamente. Quando arrivai a Ferrara venivo da Livorno, in un periodo un po’ particolare della mia vita. Non andò benissimo, durai soltanto un paio di mesi, perché nel mio ruolo di mezzala ero chiuso da due senatori come Pirri e Macchia. Giocai, faticando, come punta esterna e scelsi quindi di andare al Boca San Lazzaro. Giocare per la Spal è stato comunque un grande onore, anche se si trovava in un momento storico complesso, dopo il fallimento. Lo stadio era comunque sempre gremito e il fascino me lo ricordo ancora oggi. Tornai al “Mazza” qualche anno dopo con il Forlì, segnando un rigore, battuto due volte, sotto la Ovest».

Quanto è strano vedere i biancazzurri in Eccellenza?  «Fa davvero molta tristezza. Ma in Italia fallimenti di questo tipo stanno accadendo sempre più spesso, anche a piazze molto importanti. È evidente che qualcosa non funzioni nel sistema».

Veniamo al Solarolo di oggi: 5 punti e ancora nessuna vittoria in stagione. Come se lo spiega?  «Rispetto allo scorso anno è cambiato molto e ci è voluto tempo per la giusta conoscenza. Devo dire che ora stiamo trovando la quadratura. Ci sono mentalità e umiltà, valori che sono alla base per ricercare i risultati. I ragazzi si allenano sempre bene, andiamo forte e in alcune partite ci è girata un po’ male. Sono convinto che ne usciremo e sono soprattutto orgoglioso della squadra che ho».

Il suo percorso da tecnico è bello fresco. «Sì, ho iniziato in tempi del covid e tutte le annate mi hanno dato qualcosa per crescere. Oggi sono felice al Solarolo, perché è una società fatta di brave persone e al giorno d’oggi non è facile trovarne. Non mi pongo particolari obiettivi, se non il principale, che è la salvezza della squadra. Poi, per il resto si vedrà. Allenare è una cosa impegnativa, ma mi piace molto, perché mischia gli aspetti tecnici di campo che quelli psicologici di gestione del gruppo».

Proverete a sfruttare le insidie del turno infrasettimanale?  «Le energie non mancheranno, tutti abbiamo giocato sabato. Non so che scelte farà Di Benedetto, ma la rosa dell’Ars et Labor è molto ampia. Proveremo a fare la partita della vita, come fanno tutte quelle che affrontano i biancazzurri. Giocarci contro sarà motivo di grande orgoglio e abbiamo tanta voglia di fare bene. Lo stadio di Castel San Pietro, anche se non è la nostra casa, è molto carino: spero venga tanta gente, nonostante l’orario serale».

Cosa spera di vedere dai suoi?  «Speriamo di tenere il campo al meglio, limitando le qualità avversarie. Se pensi solo a non prenderle, prima o poi subisci. Quindi, vogliamo anche provare a far male. Il calcio è particolare, non si sa mai. Sarà difficile, ma se non andiamo sotto subito, magari poi teniamo botta».


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