Ars et Labor-Mesola, il derby s’accende di speranze
Sabato 22 novembre al “Mazza” il Mesola torna per mettere i bastoni fra le ruote ai padroni di casa. Mister Cavallari: «Entrare in quello stadio è un’emozione, ma non veniamo già battuti»
Mesola Nell’antivigilia di Ars et Labor-Mesola è il microfono del tecnico ospite ad accendersi. Oscar Cavallari guiderà ancora una volta i castellani al “Paolo Mazza”, dopo il match di Coppa dello scorso 25 agosto. Il mister del Mesola è coinvolto dal fascino dell’appuntamento, ma resta focalizzato sul vero obiettivo stagionale della sua compagine biancazzurra: la salvezza. Una missione che resta abbondantemente possibile, nonostante le fatiche di quest’avvio (un solo successo e 10 punti, in attesa del recupero della partita rinviata contro il Pietracuta). Cavallari, classe 1979, è ben conosciuto nel mondo degli allenatori locali, ma vanta anche una più che rispettabile carriera da calciatore (con i piedi buoni), contraddistinta anche da qualche presenza in serie B ai tempi del Ravenna.
Mister, eccovi di nuovo davanti all’Ars et Labor, stavolta in campionato.
«Saranno sicuramente 90 minuti che daranno sensazioni diverse dal solito, perché si gioca in uno stadio bellissimo davanti a tanta gente. Ma in palio ci saranno sempre tre punti. Personalmente, mi auguro di ripetere la stessa prestazione di qualche mese fa, poi è ovvio che l’avversario ci creerà tante difficoltà».
Sarà una partita molto diversa da quella di Coppa?
«Sicuramente sì. Si trattava di calcio estivo, di cantieri aperti e nel mezzo ora ci sono stati mesi impegnativi di campionato. I nostri avversari vivono un momento di difficoltà, ma hanno potenzialità immense e sappiamo che affronteremo la squadra più forte del girone. Noi veniamo da un periodo in cui abbiamo raccolto meno di quanto creiamo, perché le prestazioni sono state molto buone. Bisognerà fare il massimo dell’attenzione, riducendo ogni errore di distrazione che può costar caro».
Fin qui non avete brillato, ma siete comunque in piena corsa per salvarvi.
«Sì e fino all’ultimo secondo di questa stagione dobbiamo stare aggrappati al gruppetto delle pericolanti per giocarcela. In quest’avvio abbiamo perso malamente tre partite, poi abbiamo raccolto qualche pareggio, si è vinto con il Solarolo, nel derby con la Comacchiese meritavamo di più, con l’Osteria Grande non abbiamo sfruttato la superiorità numerica e con il Cava Ronco abbiamo perso giocando la nostra miglior partita per occasioni. Il Mesola è vivo e vogliamo continuare a fare prestazioni».
Il fronte ferrarese, invece, deve convivere con le legittime critiche di queste settimane.
«Ferrara è una piazza che negli ultimi anni ha sofferto per una serie di retrocessioni e per quello che è successo qualche mese fa, quindi è facile comprendere il malcontento. Capisco il pubblico, ma capisco anche i giocatori e il mister, perché nel calcio non c’è mai nulla di scontato, anche quando sulla carta si è nettamente superiori. Tutte le partite vanno sempre giocate, serve pazienza e non è stato scritto da nessuna parte che il campionato vada vinto a gennaio. Il percorso è lungo e bisogna stare equilibrati».
Era a Rovigo a vedere il match col Sant’Agostino. Impressioni?
«Chi affronta l’Ars et Labor deve fare una gara accorta e affamata in fase difensiva, cercando poi di farsi trovare pronto nelle occasioni che concedono. Ho visto i biancazzurri slegati e disuniti, che hanno recuperato il risultato in maniera un po’ confusionaria. Avevo assistito anche ad altre partite, vedendo sempre e comunque il controllo del match».
Che dire di questo girone B tra lotta promozione e salvezza?
«Mezzolara e Castenaso si sapeva che potevano stare in scia, la Sampierana è una sorpresa, ma non troppo: in estate si erano pronunciati per l’alta classifica, ora sono lì e hanno preso due rinforzi dalla serie D. Ci proveranno anche loro. Nella parte bassa i nomi sono quelli, mi fa solo specie la posizione del Santarcangelo, che ha una rosa importante, si allena cinque volte a settimana e ha uno staff di rilievo per la categoria».
Cosa darebbe per fare l’impresa domani?
«Ho tanto rispetto per questa partita, ma io devo pensare a salvare il Mesola nel percorso, per mantenere una categoria che ci siamo conquistati con una stagione straordinaria e che vogliamo replicare tagliando un altro traguardo. Se mi dicono che perdo con l’Ars et Labor, ma a fine anno mi salvo, metto subito una firma. Fare calcio a Mesola non è semplice, da fuori non lo si può capire. Ci sono difficoltà logistiche e non solo, ma le affrontiamo con una società presente, seria e fatta di persone umili, che nella vita quotidiana lavorano come tutti noi dello staff e come i giocatori».
