Piccioni vuole tornare bomber: «Ferrara è ciò di cui avevo bisogna ora». Ma qualcuno è prossimo all’addio…
Un gol in Europa League sulle spalle e stimoli da ricercare per il nuovo attaccante dell’Ars et Labor. Parla anche il ds Federico sul fronte partenze: «Qualche ragazzo non ha trovato molto spazio»
Ferrara Fiuto da Europa League, ma un’anima da bomber da ritrovare. Sì perché Gianmarco Piccioni, il nuovo attaccante che ha firmato con l’Ars et Labor fino a giugno 2026, ha segnato anche ai preliminari della seconda più importante competizione europea: vestiva la maglia di un club rumeno e correva la stagione 2016/17. Dopo anni è arrivato in Eccellenza a Ferrara e qui cerca riscatto e soprattutto il feeling con il gol.
L’accoglienza
Un giocatore figlio d’arte (il padre, Enrico Piccioni, ha vestito la maglia della Cremonese in serie A) e dal grande bagaglio di esperienza, pronto a mettere tutto quello che serve per la causa estense: «In pochi giorni mi è tornato un entusiasmo che non provavo da diverso tempo. Rappresentare una città e una squadra di questo calibro è un grande orgoglio: sappiamo che tipo di supporto e che legame ci sia tra la gente e la squadra, è un qualcosa di unico. Era un momento della mia carriera dove mi servivano stimoli nuovi e penso che Ferrara rappresenti ciò di cui ho bisogno in questo momento. In questi pochi giorni ho trovato un gruppo bellissimo: ragazzi bravi, che lavorano e che sanno dove si trovano. Da parte mia ci sarà tanto entusiasmo, sono a disposizione di una squadra che era già forte prima del mio arrivo».
Condizione e passato
Probabilmente servirà qualche giorno per portare Piccioni al top della condizione, ma stiamo parlando di un attaccante con tanta esperienza anche all’estero. Come si diceva, ai tempi del Politehnica Iasi è addirittura andato a segno nei preliminari di Europa League: «Per quanto riguarda l’aspetto fisico, è solo una questione di riatletizzazione: allenandomi e giocando la forma fisica verrà da sé, non è un problema. Quando ho affrontato i campionati esteri avevo dai 22 ai 25 anni, quindi mi hanno permesso di crescere molto. Era un calcio diverso, ma impegnativo e vero, soprattutto in Romania dove ho vissuto due anni stupendi. Con il passare del tempo un giocatore acquisisce più esperienza e consapevolezza e dopo queste esperienze estere la mia vena realizzativa è migliorata».
Spirito da ritrovare
Tuttavia, è già qualche stagione che la punta non riesce a trovare la doppia cifra di gol. Un fattore dovuto sia a qualche problema fisico sia a scaramucce avute nelle precedenti società: «Dopo l’esperienza di Matera (16 gol in 28 partite), sono andato a Nocera con grande entusiasmo, ma purtroppo a causa di un infortunio non sono riuscito a dare il meglio di me. Ad Adria ho avuto a che fare con un personaggio che stava per farmi smettere di giocare a calcio, parlo del presidente, che preferisco non commentare. L’anno scorso sono partito molto bene, poi ho dovuto affrontare un intervento che mi ha tenuto fuori per 3, 4 mesi. Sono il primo a voler tornare quello di qualche anno fa». L’attaccante non è mai sceso sotto la serie D e ha già assaporato qualche minuto del campo di Eccellenza: «Sabato sono rimasto positivamente sorpreso del livello della categoria. Ci sarà da soffrire e battagliare, perché ogni formazione contro di noi darà il 110%. La squadra è fortissima, questo è un dato di fatto, ma vincere non è facile in nessuna categoria. Sono uno di quegli attaccanti a cui piace giocare con la squadra. Soprattutto oggi, l’attaccante deve fungere da regista offensivo».
Il ds Federico e le partenze
A presentare Piccioni in conferenza stampa ci ha pensato il diesse Sandro Federico, contento di aver aumentato la potenza offensiva della sua squadra: «ecco un’altra freccia al nostro arco. Abbiamo puntato su Piccioni perché ha le caratteristiche tecniche, tattiche e caratteriali che servono per questa squadra. Non era nell’aria un acquisto di questo tipo, immagino sia stato inaspettato per tanti, ma noi siamo sempre attivi: lavoriamo ogni giorno con l’idea di migliorare sempre di più l’organico».
Piccioni non è un volto nuovo per Federico, visto che i due hanno già avuto modo di lavorare insieme in passato: «Quando si inserisce un nuovo elemento in squadra, soprattutto dopo quattro mesi, è importante conoscere bene il ragazzo: io e Gianmarco abbiamo vissuto insieme un’esperienza a Teramo qualche anno fa, quindi lo conosco bene. Secondo me ha le caratteristiche giuste per questa squadra: lui deve darci una mano e noi dobbiamo continuare a fare quello che abbiamo fatto nelle ultime due partite, magari soffrendo un po’ meno».
Per la sua esperienza ferrarese, Piccioni ha scelto la maglia numero 28. Cifra che rappresenta anche il numero di giocatori attualmente tesserati con l’Ars et Labor, un po’ tanti visto che alcuni di questi hanno raccolto davvero pochi minuti sino ad ora: «Probabilmente ci sarà qualche partenza, come normale che sia. In questa fase bisogna fare delle analisi e c’è qualche ragazzo che non ha trovato molto spazio. Faremo le nostre considerazioni, ricordando la realtà che rappresentiamo. Lo dobbiamo al prestigio e alla storia di questa squadra».
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