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Le insidie per l’Ars et Labor con la Sampierana

Alessio Duatti
Le insidie per l’Ars et Labor con la Sampierana

Il presidente dei cesenati Oberdan Melini carica i suoi e punta all’impresa contro i ferraresi

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Ferrara Due fulmini a ciel sereno in casa Ars et Labor. Il primo di mercato: il centrocampista Marzio Di Bartolo è stato trasferito a titolo definitivo al Leon di Vimercate. L’altro arriva dal giudice sportivo: se era scontata una giornata di squalifica per capitan Iglio, essendo arrivato alla quinta ammonizione, non altrettanto lo stop a mister Di Benedetto, fermato fino al 17 dicembre, in pratica per gli ultimi due turni del girone d’andata.
 

Lo sguardo del mondo biancazzurro è tuttavia già ricolto alla partita di domenica e il focus odierno è sugli avversari. I prossimi dell’Ars et Labor giungeranno direttamente dalle vette dell’Appennino romagnolo. I ragazzi della Sampierana, allenati da Gianni Belli, sognano la grande impresa al “Mazza”, trascinati dall’entusiasmo del proprio presidente. Quell’Oberdan Melini che nella propria carriera dirigenziale nel mondo del football ha ricoperto anche i panni del direttore sportivo – a livello professionistico – di Santarcangelo, Forlì, Bellaria, San Marino e pure della Centese.
 

Il club bianconero cesenate è nato nel 1926 e l’attuale stagione d’Eccellenza è la seconda consecutiva dopo un po’ di purgatorio in Promozione. L’attualità parla di una scivolata dal primo al quarto posto, arrivata dopo due sconfitte consecutive, una contro la Comacchiese.
 

Presidente, come giudica il vostro momento?

«Siamo una squadra che non ha mezze misure. Noi non dobbiamo certo vincere il campionato, ma è proprio giusto quando si dice che i campionati li vincono i più regolari e chi subisce meno. Noi abbiamo caratteristiche un po’ inusuali. Abbiamo il miglior attacco (28 gol fatti, ndr), ma subiamo anche molto (20 reti, ndr) e di questa fragilità siamo un po’ sorpresi. Diciamo che nell’era dei tre punti è meglio vincere o perdere che andare avanti a pareggi. Noi ben 8 partite le abbiamo fatte nostre».
 

L’obiettivo della Sampierana?

«Dare continuità all’ottima stagione scorsa e chiudere fra le prime cinque. Se poi dovessimo arrivare poco dietro, saremmo comunque soddisfatti. Visto che siamo in procinto di festeggiare il centenario, con parecchie iniziative a testimonianza del nostro calcio locale, l’unica cosa che vogliamo è evitare che i festeggiamenti siano rovinati da una bagarre salvezza nella quale non vogliamo entrare. Sognare è bello, ma non perdiamo il focus. E, poi, miracoli in presenza di due realtà come Ars e Mezzolara sono impossibili».
 

Quanto vi rende orgogliosi la vostra storia?

«Tanto, soprattutto considerata la nostra ubicazione geofisica. Veniamo dall’alto Appennino, siamo di San Piero, la frazione principale del territorio di Bagno di Romagna, nonché il centro economico della vallata, e anche con il pallone abbiamo sempre detto la nostra. Abbiamo dato decine di giocatori alla serie C, alcuni anche in A, come Augusto Scala e Paolo Ammoniaci. Senza dimenticare due che hanno vestito la vostra gloriosa maglia biancazzurra, come Attilio Bardi e Giovanni Rossi».
 

Siete quindi pronti per questa domenica da vivere a Ferrara?

«Personalmente ci sono già stato diverse volte come direttore sportivo avversario, quindi sarà un’emozione relativa per quanto mi riguarda. Per la Sampierana e per i nostri ragazzi, invece, sarà assolutamente tutto molto speciale. È un onore avere la possibilità di giocare a calcio in un contesto come quello che troveremo al “Mazza”. Alla nostra squadra non ricapiterà più. Sarà una bellissima giornata di calcio, noi proveremo a tenere alto il vessillo di San Piero e a rendere più difficile possibile la vita alla squadra di Ferrara».
 

Come vede l’Ars et Labor?

«Tutti aspettavamo il vuoto in classifica, ma questo non è ancora avvenuto. I biancazzurri sono favoriti rispetto al Mezzoalra, poi nel girone, che ritengo essere molto tecnico ed equilibrato rispetto alla scorsa annata, vedo anche alcune squadre che in partita secca possono dar fastidio. Cito il Medicina, il Castenaso, ma anche il Sant’Agostino e il Massa Lombarda».
 

Voi arrivate da due brutti ko alle spalle.

«Lo dico con tutta sincerità, credo che l’impegno contro l’Ars et Labor ha un po’ condizionato i pensieri. Penso ai diffidati, penso che è un mese che nella nostra piccola realtà si sogna questa trasferta anche con l’organizzazione di un pullman. Una spasmodica attesa che ha finito per coinvolgere le ultime due prestazioni, l’ultima irriconoscibile».
 

Il vostro sintetico “Campodoni” sarà in grado di ospitare il match di ritorno?

«Sarà la penultima giornata, nonché l’ultima trasferta per i tifosi ferraresi. Spero abbiano già vinto il campionato e che possa essere una bella festa nella nostra località. Abbiamo una tribuna da 1.000 spettatori realizzata nell’anno dell’Interregionale e la possibilità di organizzare al meglio gli ingressi».