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Cozzari, cuore biancazzurro: «A disposizione per vincere»

Alessio Duatti
Cozzari, cuore biancazzurro: «A disposizione per vincere»

Il portuense è tornato a casa: «So quel che vale questa maglia»

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Ferrara Sarebbe bello che Mattia Cozzari finisse davvero per essere l’uomo del destino di questa stagione biancazzurra. Lui che è cresciuto nel cuore della provincia ferrarese, che ben ha conosciuto il significato della Spal per il popolo estense e che ora indossa con estremo orgoglio la casacca dell’attuale Ferrara Calcio Ars et Labor. Il classe 1999 è senz’altro uno degli uomini in più del momento, fin qui autore di tre marcature in campionato, nonché fonte di molteplici soluzioni per mister Di Benedetto, capace di usarlo come mezzala, come trequartista, ma anche come “falso nueve”, in una posizione che sta dando gioie per certi versi inaspettate. Ma se ci sono fisico, qualità e intelligenza tattica, tutto può succedere.

Cozzari, anzitutto la squadra. Vi sentite definitivamente guariti dopo l’1-0 alla Sampierana?

«Abbiamo messo alle spalle il momento di non-vittorie e ne siamo felici. Diciamo che abbiamo un po’ trovato la quadra tra di noi, ma l’umore anche nei mesi scorsi era sempre stato alto. Questo è un gruppo importante, ci diamo una mano, nessuno abbassa mai la testa e i recenti successi ci danno fiducia per continuare a fare ciò che stiamo facendo. Con in testa un solo obiettivo».

Il girone d’andata, però, è stato piuttosto altalenante.

«Quasi tutti si sono affacciati in una realtà e in un campionato nuovi, io compreso. Non ci conoscevamo tra di noi né gli avversari. C’è voluto un po’ di tempo. Siamo primi in classifica e il girone d’andata può servirci come lezione, per fare un ritorno ancor più importante. Le critiche che abbiamo ricevuto sono state giuste. I momenti di fatica possono generare miglioramenti, se vissuti nel modo giusto».

Anche il Mezzolara sembra essere parecchio sul pezzo.

«Lo sapevamo dall’estate che ci avrebbe dato del filo da torcere. Bravi loro, ma noi dobbiamo continuare a vincere per rimanere primi e allungare quando possibile. Nel nostro periodo di non-vittorie magari hanno preso coraggio, ma il torneo è ancora lungo, mancano ancora 18 partite e, prevalendo qua e là, possiamo demoralizzarli».

Lei, dopo le emozioni iniziali, ora si è reso conto di far parte della squadra del suo territorio?

«Sono arrivato con grande entusiasmo ed è un onore quotidiano indossare questa maglia. Io, come tutti, col passare del tempo ho preso consapevolezza della realtà in cui sto giocando. Sono contento, so che posso dare e cercherò di fare il massimo per portare questo club dove merita di stare».

Com’è vivere finalmente vicino a casa?

«Una sensazione piacevolissima. È la prima volta dopo tanto tempo. Ero uscito di casa per il calcio a 13 anni, girando un po’ ovunque. La mia famiglia è a Portomaggiore, quindi mi sono fermato con loro e faccio avanti e indietro in macchina verso la città. Potermi vivere le persone care è molto bello».

Parliamo delle sue collocazioni in campo.

«Anzi tutto, sono sempre a disposizione: sarà una frase banale, ma è anche la verità. Se il mister vede che posso fare anche il punto di riferimento davanti, io ne sono felice e penso che stia andando bene. Ovviamente non è il mio ruolo naturale, ma l’avevo già fatto a Prato in situazioni d’emergenza. Mi reputo duttile e se posso dare una mano, ben venga. Giocare lì davanti, assieme a compagni così forti, è anche divertente».

Il suo amico Leonardo Mazza è “on fire” lì nel mezzo nel nuovo 4-2-3-1.

«Conosco Leo da quando eravamo piccoli, cioè sin dalle giovanili del Bologna. Poi, negli ultimi tre anni siamo sempre stati assieme, lo conosco alla perfezione come ragazzo ed è un giocatore molto importante. Dà equilibrio, imposta, è bravo con e senza palla. In questo momento direi che è fondamentale e si trova bene con Ricci. L’assetto sta dando i suoi frutti, ma è merito di tutti».

Nello spogliatoio Cozzari che ruolo ha?

«Ci sono entrato in punta di piedi. Cerco sempre di creare sintonia. Essendo di qua, nel mio piccolo, ho sempre cercato di far capire ai ragazzi il valore della tifoseria e della piazza. Provo a dare qualche consiglio “da ferrarese”, ecco. Nel gruppo ci sono giocatori con esperienza e la coesione è massima».

Ora le insidiose trasferte contro Faenza, senza tifosi al seguito, e Pietracuta.

«Abbiamo l’obiettivo di vincere sempre. Si avvicinano le feste, ci auguriamo di poter fare un bel regalo alla nostra gente chiudendo con tre punti l’andata e passando il turno in Coppa, visto che ci teniamo. L’impegno sarà massimo».

Per il 2026 l’augurio ci pare scontato, no?

«Eh sì. Rimanere qui a Ferrara per giocare la serie D. Speriamo bene».

Ruben Buriani, suo zio, cosa dice?

«Lo sento spesso. Quando parliamo di calcio mi dà sempre qualche consiglio. Spera che tutto possa andare per il meglio e fa il tifo per noi. Spesso mi capita di andare a Quartiere e sicuramente a Natale ci si troverà in famiglia». 

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