Ferrara, prof Antenucci e le emozioni: «Anch’io ho avuto paura»
La bandiera biancazzurra all’Einaudi per la prima lezione del progetto scolastico
Ferrara Dai campi da calcio alle scuole. Mirco Antenucci ha vestito per la prima volta i panni del professore per guidare un progetto formativo dedicato alla psicologia dello sport, idea rivolta agli studenti della classe 5ª S dell’Istituto Einaudi di Ferrara. Il progetto in questione prende il nome di “Curvatura Sport e Inclusione” e ha l’obiettivo di sensibilizzare gli studenti su un aspetto che, fortunatamente, sta diventando sempre più pervasivo nell’ambiente sportivo, ovvero quello del benessere psicologico dei giovani e degli atleti.
L’ex capitano della Spal e direttore sportivo dell’Ars et Labor sembra a suo agio nei panni da professore, anche perché molti ragazzi e ragazze non vedevano l’ora di vedere da vicino e ascoltare uno degli eroi dell’epoca d’oro spallina. Con tanto di appunti e presentazione a computer, Antenucci inizia a parlare di fronte a una ventina di ragazzi del liceo. Uno dei primi aspetti toccati riguarda la figura dello psicologo dello sport, una professione relativamente nuova ma già fondamentale all’interno delle varie squadre, soprattutto a livello giovanile. Questi professionisti hanno il compito di aiutare gli atleti in diverse situazioni: gestire l’ansia da prestazione, le emozioni, rimanere focalizzati sui propri obiettivi, e molti altri ancora. «La figura dello psicologo è ormai sempre presente all’interno delle squadre di calcio professionistiche o dei settori giovanili. A meno che non ci siano dirigenti o mister contrari: a me è capitato anche di vivere queste situazioni, perché l’allenatore voleva una gestione totale dello spogliatoio. Aspetto che può anche essere comprensibile, ma soltanto se il tecnico sa bene come gestire un gruppo e riesce a capire la mente dei suoi calciatori, altrimenti è giusto che si faccia accompagnare da esperti».
I ragazzi vengono coinvolti dall’ex capitano con domande e quesiti che stuzzicano la loro curiosità. Lui passa tra i banchi e instaura bei dialoghi con piccoli gruppi di studenti alla volta, tra questi ci sono anche due giovani ragazzi del settore giovanile del Mezzolara, Lorenzo Govoni e Alessio Taurisano, che si intrattengono per diverso tempo a parlare con l’ex calciatore. Chiede poi ai ragazzi quali siano per loro le emozioni più difficile da gestire, e tra le varie risposte compaiono soprattutto ansia, rabbia o paura: «Io in carriera non sono mai stato espulso – afferma Antenucci –, però tante volte ho provato rabbia in campo, così come la paura. Quest’ultima è probabilmente il sentimento più difficile da gestire, ma ne esistono di diversi. La stessa euforia va controllata, perché bisogna sempre rimanere equilibrati. Provare queste emozioni, durante la propria vita o durante le partite, è normale. La cosa importante è imparare a gestirle». Dopo questi interessanti minuti passati insieme, diversi alunni salutano e chiedono una foto all’icona spallina, con quest’ultimo che accontenta tutti e, prima di finire il suo discorso (che riprenderà giovedì), introduce l’amico Luca Pozzoni, anch’esso invitato dall’Einaudi per parlare della sua figura all’interno dell’ambiente biancazzurro, ovvero quella delloSlo (Supporter liaison officer), tradotto: il direttore dei rapporti con il pubblico.