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Ars et Labor Ability: tornano a giocare a calcio i ragazzini con disabilità

Tommaso Schwoch
Ars et Labor Ability: tornano a giocare a calcio i ragazzini con disabilità

Il progetto rilanciato in Comune di Ferrara: coordina il prof Vallieri

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Ferrara È nata l’Ars et Labor Ability (AEL ability). Si tratta di un percorso calcistico inclusivo, già conosciuto in passato al centro sportivo di via Copparo, dedicato a ragazzi e ragazze con disabilità tra i 7 e 13 anni. Iniziative di tale portata sociale hanno sempre rappresentato un fiore all’occhiello della realtà calcistica biancazzurra, e dopo qualche mese di assestamento (necessari dopo i terremoti estivi) è giunto il momento di avviare una nuova fase del percorso.

«Questo è un momento molto importante - introduce l’assessore allo Sport Francesco Carità - Dopo mesi di lavoro, siamo oggi arrivati alla nascita di questa nuova realtà: l’Ars et Labor Ability. Si tratta di un progetto che incarna gli stessi valori delle iniziative che l’hanno preceduta, e siamo orgogliosi di essere qua a presentarlo, perché non era scontato che la società volesse investire su questo aspetto: parliamo di categorie e costi diversi rispetto al passato. Noi, come amministrazione, ci siamo impegnati per dare una mano sia dal punto di vista organizzativo che economico, con l’acquisto delle divise per i 10 ragazzi finora iscritti. Crediamo infatti sia nostro compito portare avanti i valori dell’inclusione. Si tratta di iniziative che fanno bene alla nostra realtà sociale e cittadina».

Il responsabile del progetto sarà Marco Aventi, già protagonista nella “cantera” biancazzurra, insieme al professor Simone Vallieri: «Abbiamo avuto bisogno di un po’ di tempo - afferma Aventi - per ripartire con questo progetto di “calcio integrato”, perchè dovevamo garantire ai ragazzi un percorso di livello tenendo conto delle loro abilità. I ragazzi protagonisti di questo progetto si alleneranno in sinergia con quelli del settore giovanile. Si tratta di un ulteriore step per riportare proprio il nostro settore giovanile ai fasti degli anni precedenti».

Il professor Vallieri, definito il punto di riferimento del progetto da Aventi, ha preso parola per ultimo mostrando tutta la passione messa in questa iniziativa: «C’eravamo in serie A, B e C; ora ci siamo anche in Eccellenza, per dimostrare che la disabilità non ha categoria. Nelle nostre strutture i ragazzi si sentono importanti e hanno la possibilità di giocare, divertirsi e apprendere. La disabilità è negli occhi di chi guarda: io e i miei colleghi non vediamo un ragazzo col problema x o y, ma vediamo Jacopo, Ayman…ragazzi che cercano di divertirsi. Il progetto sarà gratuito, in modo da venire in contro anche a quelle famiglie che si trovano in difficoltà». l