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Ars et Labor, c’è molto da fare

Alessio Duatti
Ars et Labor, c’è molto da fare

I giudizi di fine anno sono positivi solo per 10 elementi: Senigagliesi e Carbonaro al top. Dei bocciati qualcuno è già andato via, altri partiranno. I rimandati attesi al varco

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Ferrara L’Ars et Labor di mister Stefano Di Benedetto è attesa dalla ripresa degli allenamenti al “G.B. Fabbri” di via Copparo, ma il primo impegno ufficiale all’orizzonte – il giorno dell’Epifania, a Forlì, contro la Fratta Terme – è ancora distante. All’esterno è dunque ancora valido il tempo dei bilanci. Quello relativo alle prestazioni dei biancazzurri in questa stagione non può che essere soltanto parziale, poiché riferito al girone d’andata e a qualche partita di Coppa Italia di categoria. Niente pagellone, niente voti, quindi, ma giudizi che portano a promozioni, bocciature e all’esame di riparazione, per arrivare poi al voto definitivo al termine del girone di ritorno.

Esclusi

In quest’ottica, considereremo non giudicabili i giovani Romagnoli (terzo portiere), Mora (in procinto di rescindere), Occhi (si è visto solo in Coppa con il Pietracuta), Alcalde (soltanto un paio di apparizioni, peraltro buone), Juan Cruz Chazarreta (poco minutaggio), ma anche gli attaccanti Moretti e Piccioni. Due pezzi grossi, che tuttavia hanno giocato pochino: il primo, dopo aver gonfiato due volte la rete, si è infortunato ed è sparito per un bel po’ dai radar, il secondo ha davvero una tempistica di permanenza ferrarese troppo breve per entrare seriamente in un quadro valutativo.

Promossi

Ne abbiamo individuati 10, tra cui il portiere di riserva: bene, ma non benissimo, verrebbe da dire. La squadra non eccelle nel gioco e nella continuità, ma è comunque a 2 punti dalla vetta e vive sulle spalle di alcuni elementi fondamentali, che meritano la menzione. Uno di questi è Paolo Carbonaro (7 gol, di cui 2 su rigore in campionato), capace di prendersi la scena giornata dopo giornata. L’esperto attaccante palermitano ha saputo tramutare i mugugni della prima parte d’andata per le palesi occasioni fallite sotto porta in applausi per encomiabili performance fatte di corsa, sacrificio, raccordo, ma anche di marcature pesanti. Inizialmente il reparto offensivo è stato sorretto dalla qualità, dai colpi e dalle giocate di Senigagliesi (4 reti e 3 assist) e Malivojevic (3 gol e 2 passaggi determinanti): il giudizio su di loro è dunque sostanzialmente positivo, nonostante qualche inatteso passaggio a vuoto. Ha fatto molto bene anche Cozzari (4 gol e 1 assist), schierato in più ruoli – compreso quello di attaccante – e purtroppo fermato da qualche acciacco che gli ha tolto diverse presenze.

A centrocampo Leo Mazza e Ricci, tutto sommato, sono da pollice alto. Il centrocampista bolognese all’inizio non giocava, poi, quando si è preso il suo spazio – coesistendo proprio con il numero 10 – ha fatto virare mister Di Benedetto sul 4-2-3-1. Nel girone di ritorno servirà ulteriore continuità da parte sua. Ricci, invece, ci ha messo un po’ a entrare nel ritmo della squadra, ma non si è mai tirato indietro e il suo temperamento – piaccia o non piaccia nei modi di fare visti in campo con arbitri e avversari – è un ingrediente determinante per una squadra che deve prevalere ogni maledetta domenica. Tra gli elementi della difesa gli onnipresenti Dall’Ara e Mazzali hanno fatto il loro con picchi più o meno alti. Da apprezzare la duttilità di Mambelli, ma anche le risposte ricevute dal 2005 Luciani, quando chiamato in causa a difesa dei pali biancazzurri.

Bocciati

Nella lista entrano Gaetani e Prezzabile, nonostante il 3+2 a livello di marcature che potrebbe trarre in inganno e salvarli dal pollice verso. Il primo, infatti, non ha mai inciso nel reale senso del termine, disattendendo le aspettative sul suo conto e aprendo scenari di mercato in uscita (possibili accelerate nelle prossime settimane). Prezzabile, invece, ha sbagliato troppo tecnicamente in parecchie uscite e solo lo spazio che troverà nel ritorno potrà cambiare colore al giudizio da matita rossa. Non ha convinto per niente nemmeno Barazzetta, altro esterno offensivo sotto ritmo (lo scorso anno aveva segnato 4 reti in serie D).

Un voto insufficiente l’avrebbe preso anche Di Bartolo, tuttavia già ceduto dal club in direzione Brianza. L’Ars et Labor l’hanno già salutata Gabriele Mazza (2 gol e pochi minuti a disposizione) e l’altro giovane Lanza. Per loro non si tratta di una bocciatura, ma di una necessità di trovare minuti altrove e maturare calcio vicino a casa, in Sicilia.

Rimandati

Da uno come Iglio, non tanto per i gradi da capitano, ma per l’esperienza maturata nel professionismo, ci si sarebbe aspettata una reale differenza rispetto alla media dei compagni e, soprattutto, degli avversari. Invece, no. Solo un paio di uscite indimenticabili, altre sugli standard della categoria e altre ancora non buone. Serve di più. Discorso che può valere anche per il portiere Giacomel, senza entrare nemmeno troppo nello specifico.

Casella, dopo un avvio orribile e un notevole periodo vissuto a guardare i compagni, si è sensibilmente riscattato con la ritrovata fiducia dell’allenatore, dovrà però confermarsi, senza sbavature. Il serbo Stoskovic un po’ di spazio se l’è preso: a volte è andato bene, altre ha mostrato alcune lacune date dall’inesperienza, il tempo è però dalla sua parte, perché le doti sembrano esserci. Marcos Chazarreta, infine, più di una partita l’ha giocata e anche lui ha alternato buone bracciate per restare a galla e stili non esattamente perfetti per le acque biancazzurre.