La Nuova Ferrara

Partì da Cento anche la famiglia di Ezio Levi

Partì da Cento anche la famiglia di Ezio Levi

Il filologo e ispanista nato a Mantova fu costretto ad emigrare negli Stati Uniti dove proseguì gli studi

08 luglio 2014
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Di famiglia ferrarese di origini sefardite anche Ezio Levi, nacque a Mantova nel 1884. Laureatosi in lettere nel 1906 presso l’Università di Pavia, del cui Collegio Ghisleri era allievo, proseguì gli studi all’Istituto di studi superiori di Firenze, con la guida di Pio Rajna ed Alessandro D’Ancona. Il cognome del quale, nel 1921, aggiunse al proprio, dopo averne sposato la nipote Flora Aghib nel 1916, consorte di cui conversa spesso nel carteggio con il poeta e letterato pugliese Umberto Fraccacreta. L’amicizia con il Fraccacreta si afferma nel periodo in cui Levi insegna presso il Liceo classico di Lucera, prima di ottenere un incarico d’insegnamento al Magistero di Firenze (1918-1919) e, poi, per la cattedra di letterature neolatine, all’Università degli Studi di Palermo (1922-1924).

Dal ’25 si trasferisce a Napoli, all’Università Federico II dove, da titolare, insegna filologia romanza. Qui reincontra Croce, che già si era occupato sulla “Critica” e in volumi di “Conversazioni critiche” di suoi saggi, con particolare riguardo alla filologia ispanica, allo studio delle fonti e della letteratura ‘per temi’ (esempio “Italiani che scrissero in spanuolo”, “Francesco di Vannozzo e la lirica nelle corti lombarde durante la seconda metà del sec. XIV” e “Storia poetica di Don Carlos”). Nel ’38, a seguito della emanazione delle infauste leggi razziali, anche Ezio Levi è costretto (come il ferrarese Max Ascoli, Albert Otto Hirscham e tanti altri) a riparare in America, dove insegna, a partire dal 1940, al Wellesley College del Massachussetts. Muore a Boston l’anno seguente, nel 1941.

Levi scopre e pubblica: “Antonio e Niccolò da Ferrara, poeti e uomini di corte del Trecento” (Ferrara 1909); “Cantari Leggendari” (Bari 1914); “Poesia di popolo e poesia di corte nel Trecento” (Livorno 1915); “Il Canzoniere di Maestro Antonio da Ferrara” (Firenze 1918 ); “I Lais brettoni e la leggenda di Tristano” (Perugia 1918); “Piccarda e Gentucca. Studi e ricerche dantesche” (Bologna 1921); “Uguccione da Lodi e i primordi della poesia italiana” (Venezia 1928); “Motivos Hispanicos. Prologo di Ramon Menéndez Pidal” (Firenze 1933); “Vite romantiche” (Napoli 1934); "Lope de Vega e l’Italia. Con prefazione di Luigi Pirandello” (Firenze 1935); “Cinque studi sull'Ariosto”, con cui torna alle radici ferraresi (Napoli 1938), prima di separarsi dall’Italia per la persecuzione razziale a torto subita (oltre ai citati “Francesco di Vannozzo” del 1908 e “Il Principe Don Carlos nella leggenda e nella poesia”, 1914 e 1924). Collaborò poi a “Italica” (volumi 18-20) in America, dove l’allieva Mary Whiton Calkins gli dedicherà un’accurata bibliografia: “The Works of Ezio Levi D’Ancona. Bibliography Republished”, per la Wellesley College Alumnae Association Pubblication (1940), Università dove attualmente insegna Sergio Parussa, studioso di Bassani e della ‘memoria’. (giu.bre.)