La Nuova Ferrara

Il coraggioso tentativo di raccontare le carceri

Il coraggioso tentativo di raccontare le carceri

Attesa per la prima proiezione ufficiale nella nostra città di “Oggi voglio parlare” Dietro ai detenuti: le loro storie, le loro passioni e le loro aspirazioni

29 settembre 2014
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Si svolgerà oggi alle 17, alla Biblioteca Ariostea di Ferrara, la prima proiezione ufficiale nella nostra città di “Oggi voglio parlare” (2012), documentario prodotto dalla Regione Toscana e da GD Film, un coraggioso tentativo di raccontare gli uomini che stanno dietro ai carcerati, le loro storie, le loro aspirazioni e le loro passioni. Il coraggioso e riuscitissimo tentativo, girato in parte nel carcere di Sollicciano (Firenze) in parte nel carcere dell’Arginone di Ferrara, passa per le mani di Gianmarco D’Agostino (regista toscano che può vantare un eclettico lavoro dietro alle macchine da presa, con regie di spot e documentari d'arte per Fondazioni Bancarie, Enti Pubblici, Musei, Tv, ma anche backstage, tra cui spicca la curatela della video arte per l'allestimento del Don Giovanni di Mozart alla Jerusalem Opera di Gerusalemme) e si avvale di una sceneggiatura potente, scritta a quattro mani con il famoso Marco Vichi, autore di bestseller (pubblicati da Guanda) con protagonista il Commissario Bordelli, oltre che della preziosissima voce narrante di Lorenzo degl’Innocenti, importante attore teatrale. I realizzatori del documentario saranno tutti presenti in sala, insieme al comandante del carcere di Ferrara, vice commissario Paolo Teducci, e al vicecomandante, vicecommissario Annalisa Gadaleta, per sottolineare la linea di profonda sinergia tra le istituzioni pubbliche e il pool di artisti che ha lavorato sul campo, grazie al quale nasce questo progetto. Il dibattito sarà moderato dal collaboratore de La Nuova Ferrara Riccardo Corazza. Un film (perché chiamarlo soltanto documentario ci pare riduttivo, data l'innegabile qualità del prodotto finito) che rappresenta sì una riflessione sulla vita nelle celle, e oltre le celle, ma soprattutto una fuga dalla prigione più pericolosa, quella del pregiudizio, rischioso soprattutto per noi, che stiamo fuori.

Al centro loro, i carcerati, con le loro storie, fatte di a volte di casualità, spesso di disagio ma anche di coraggio, viste in una luce che ha dentro di sé non solo speranza, ma soprattutto la schiettezza di guardarsi dentro. Usando la musica, le parole, tutti i mezzi possibili che possano servire per entrare in contatto. Chi ha sbagliato deve espiare, certo, ma anche covare dentro di sé la scintilla della redenzione. Questo, e anche altro, è “Oggi voglio parlare”.