La Nuova Ferrara

Sperimentare resta l’ideale per far musica

Sperimentare resta l’ideale per far musica

Il nuovo album dei ferraresi Rebirth of Enora mescola le loro svariate influenze: «Per uscire da una scena omologata»

22 ottobre 2014
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L’artista è quell’esemplare di uomo perennemente in bilico fra l’istinto della creazione e il timore di non aver fatto la cosa giusta. In un mondo dove, tendenzialmente, meno si cambia e più si ha successo, la novità a volte si prende la rivincita. I ferraresi Rebirth of Enora, dopo anni di sperimentazioni ed ibridismi, hanno brevettato un nuovo genere: il Symphotronic-core. Per un non addetto ai lavori, si tratta di un mix di metalcore, musica sinfonica, ispirata ai maestri del passato, e synth programming che deriva dai moderni producers di musica elettronica ed Edm. Daniele Finardi (voce e chitarra), Nicola Franciosi (chitarra), Francesco Gessi (batteria) e Enrico Dolcetto (basso) hanno lanciato il loro nuovo album Downgrading con l’etichetta indipendente Myo Agency (produzione della dysFunction Production) e contemporaneamente il videoclip ufficiale del primo singolo Venomous Tears, prodotto da EklipseDesign, è apparso sul canale Youtube Blank Tv. «Il nostro sound ha tutte le caratteristiche di cui abbiamo bisogno per esprimere i nostri pensieri - sottolinea Dolcetto -, aggressivo, urlato ed oscuro, ma anche aperto alla sperimentazione di nuove modalità d’espressione musicale e di commistioni sonore».

I componenti della band hanno influenze che vanno dagli Asking Alexandria ai Trivium, da Stravinskij a Bach. «Per molti può essere un limite, noi stiamo cercando di farne un punto di forza, con l’obiettivo di emergere da una scena che si sta sempre più omologando».

Quanto tempo ha richiesto la realizzazione dell’album e quale sembra la risposta del pubblico?

«La realizzazione ha richiesto tempi piuttosto lunghi - spiega il frontman Finardi -, diversi mesi per la scrittura e la preproduzione, un altro paio per la produzione vera e propria. Queste tempistiche si sono rese necessarie proprio per il desiderio di non utilizzare sonorità ‘preconfezionate’, ed è risaputo che la sperimentazione e la ricerca necessitano di molte prove prima di arrivare ad un risultato, il quale ci sta dando un successo per noi davvero incredibile, addirittura alcuni dei pezzi più apprezzati sono quelli più audaci, meno ‘commerciali’».

E il concept?

«Il concept - interviene Franciosi - trova definizione nel titolo stesso, Downgrading è quel processo informatico che permette maggiori prestazioni eliminando componenti che possono essere ritenuti superflui e non necessari». «Il parallelismo - aggiunge Gessi - è con l’uomo contemporaneo, che, per far fronte ad una società ai limiti della barbarie e del degrado, si libera di tutte quelle componenti che lo rendono umano per aumentare la propria percentuale di sopravvivenza».

Eleonora Poltronieri

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