La Nuova Ferrara

Potè vedere solo l’amico Savonuzzi

All’ospedale di Copparo dove morì non c’erano parenti, poiché la notizia della morte venne comunicata dopo la sepoltura. La data dei funerali era stata spostata al 2 maggio dal questore per ragioni...

23 ottobre 2014
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All’ospedale di Copparo dove morì non c’erano parenti, poiché la notizia della morte venne comunicata dopo la sepoltura. La data dei funerali era stata spostata al 2 maggio dal questore per ragioni di ordine pubblico e come ultimo oltraggio nel trasportare la salma dall’ospedale al cimitero c’era una scorta di guardie nere, per impedire la partecipazione di popolo. Le sue ultime volontà furono raccolte da Oriele Rossi, giovane vicina di cella che era andata a trovarla in ospedale. Queste le sue parole: “Alda si stava spegnendo come una candela. Era perfettamente conscia della sua prossima fine e desiderava rivedere i suoi nipoti ma le fu negato”.

Per la comprensione del pretore di Copparo, Antonio Buono, ottenne di incontrare Alberto Savonuzzi, il quale morì poco dopo, fucilato nel novembre ’44. Non è noto il contenuto del colloquio, di certo Alda volle rivelargli il luogo dov’era custodito l’elenco degli iscritti al Partito Socialista e salvare loro la vita. Le sue ultime parole furono: “Dica ai miei compagni che sono stata sempre fedele al mio ideale”. Il 15 novembre ’45 la bara venne traslata da Copparo alla Certosa di Ferrara, salutata dal grido di Ginetto Calderoni, popolare gelataio che le rinnovava il suo affetto. (mar.go)