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poesia

Il viaggio a ritroso nel tempo della Montanari a Comacchio

Il viaggio a ritroso nel tempo della Montanari a Comacchio

Il silenzio incantato intorno ai canali di Comacchio si percepisce intenso nelle parole soffici di Rita Montanari, anche dopo mezzo secolo. La scrittrice ferrarese ha accompagnato con una passeggiata...

24 ottobre 2014
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Il silenzio incantato intorno ai canali di Comacchio si percepisce intenso nelle parole soffici di Rita Montanari, anche dopo mezzo secolo. La scrittrice ferrarese ha accompagnato con una passeggiata lirica le foto di Oreste Biancolli in C ’60: un viaggio nella cittadina tra le Valli e la pesca dell'anguilla, curato da Erika Scarpante ed edito da Al. Ce. Attraverso l’uso del bianco/nero, il maestro Biancolli mette in risalto tanto la crudezza quanto l’onestà di un’epoca che non si ritrova più, se non nelle ombre corte del colonnato dei Cappuccini. Le ombre, i contorni inviolabili di ciò che siamo stati. Il fotografo, che della sua passione è riuscito a fare la sua professione, si è distinto negli anni Cinquanta per gli scatti durante l’alluvione del Po ed è scomparso di recente.

Il cammino della poetessa comincia sul retro di palazzo Bellini e tende ad alternare in egual misura i tratti del passato con quelli del presente: oltre a indugiare su qualche lontano ricordo insieme a don Giancarlo Pirini, compare Marcello Simoni, noto autore di thriller (e suo ex allievo) che qui è di casa.

Lo stile della Montanari ripercorre fedele quello di Natalìa Ginzburg, specialmente quando scriveva di una Torino umida e malinconica. Tanto che la Ginzburg stessa venne a Ferrara per presentare il suo esordio narrativo, Cara sorella, caro fratello nel 1990. Sebbene le due penne siano vicine per franchezza e coinvolgimento emotivo nei confronti di un luogo amato, l’autrice nostrana cambia passo, rivolgendosi dal sé biografico all’infinito riflettersi sul mare; pare, infatti, che sui Trepponti la luna si possa sdoppiare, come nel migliore dei Pratt, “e risuonano da un ponte all’altro grida disperate, o di speranza o di fiducia”. L’apice scende al tramonto, paradosso che stupisce, insieme ai fenicotteri rosa che planano da un dosso all’altro sopra l’acqua in fiamme. Perciò seguiamola e seguiamo il suo consiglio: “Meglio sognare ogni tanto”.

Matteo Bianchi

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