La Nuova Ferrara

Principe, maestro del pensiero libero

Principe, maestro del pensiero libero

Il Gruppo dei 10 ha premiato il noto intellettuale: «Oggi in Italia non c’è cultura dell’ascolto musicale»

25 ottobre 2014
2 MINUTI DI LETTURA





Il Gruppo dei 10 ha conferito il premio “Tutte le direzioni” a Quirino Principe, intellettuale e musicologo italiano. La cerimonia si è svolta giovedì sera nella scuola di musica moderna di Ferrara, alla presenza di un nutrito pubblico, tra cui il sindaco Tiziano Tagliani e l’assessore alla cultura Massimo Maisto.

«Due anni fa - spiega Alessandro Mistri, fondatore del Gruppo -, abbiamo scelto di istituire questo premio. Volevamo fosse un riconoscimento libero e non imbrigliato in una sola categoria. Lo scorso anno abbiamo consegnato “Tutte le direzioni” al regista Pupi Avati, stavolta siamo lieti di consegnare il premio a Quirino Principe, personalità che rispecchia il vedere e sentire la musica e l’arte in generale. Avevamo un debito di riconoscenza nei confronti di un’idea da lui portata avanti perché, come Principe, noi pure amiamo il pensiero libero».

A consegnare la targa e la pergamena è stato il primo cittadino che poi ha affermato: «Abbiamo bisogno di sviluppare la cultura dell’ascolto. Non bastano i grandi eventi musicali, serve anche una maggior cultura, una maggiore consapevolezza e questo percorso deve partire dalle scuole. Dobbiamo prendere esempio da Principe, il quale ha fatto della musica un elemento fondamentale della sua vita».

Dopo la consegna simbolica si è aperto il dibattito tra Principe e il pubblico presente. A moderarlo è stato chiamato Pierluigi Masini, direttore marketing di Qn. Il titolo della discussione, tanto vasta quanto complessa, “La malattia mortale della cultura d’Occidente” ha lanciato il critico musicale, musicologo, traduttore e saggista, in interventi profondi, talvolta amari. «Probabilmente - ha detto - il nostro Paese ha dimenticato la musica. Forse qui è considerata una questione frivola. Ci sono moltissime cose nell’Italia di oggi che mi piacciono, per esempio i giovani. Sul palco spesso vedo orchestre composte da musicisti giovani, determinati: ragazze e ragazzi che credono tenacemente in quello che fanno. Poi mi giro verso la platea e vedo un pubblico molto più grande di loro: quando questi anziani non ci saranno più, per chi suoneranno i giovani che amano la musica classica?».

Alla fine di diverse riflessioni e considerazioni sull’Italia e l’Occidente in generale, il palco è stato ceduto a Paolo Birro che ha eseguito un emozionante concerto per piano solo.

Samuele Govoni

©RIPRODUZIONE RISERVATA