La Nuova Ferrara

L’età dell’oro fra panorami industriali e palazzoni

L’età dell’oro fra panorami industriali e palazzoni

Caredda nel libro “In un’altra parte della città” racconta la storia delle foto di un’Italia tanto diversa

27 ottobre 2014
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“In un’altra parte della città. L’età dell’oro delle cartoline” (Isbn edizioni, 240 pagine, 22 euro) è il nuovo libro di Paolo Caredda. Uscito nelle scorse settimane, il volume ha riscosso da subito grande attenzione da parte di riviste e quotidiani.

Un argomento interessante ed allo stesso tempo atipico. Chi si ricorda più delle cartoline, o per lo meno delle cartoline del “miracolo economico italiano”? In “Saluti da Cinisello Balsamo”, un servizio uscito sulle pagine di Repubblica, compariva un collage di cartoline provenienti da diverse parti di Italia. Fra le varie ne spuntava persino una di Migliarino. A saltare agli occhi non è però il viale del piccolo paese ferrarese, piuttosto una scritta a penna: “Io sono qui”, con rispettiva freccia che indica una persona in lontananza. Prima dei selfie o delle foto paesaggistiche inflazionate sui social network, erano le cartoline a raccontare luoghi e sapori.

Riguardarle oggi può essere un bel modo per scoprire o rivedere come eravamo.

«Cosa ci aspettiamo da una cartolina postale? Partendo da questa domanda, Paolo Caredda traccia la storia di un oggetto che, nato per celebrare le vedute approvate dall’autorità, a partire dagli anni Cinquanta ha preso strade inesplorate, raccontando un’Italia popolare, periferica, reale. Attraverso immagini di Genova, Torino, Milano, Bresso, Senigallia, Isernia, Roma, Trapani e tanti altri paesi e province - si legge nella presentazione dell’opera - , “In un’altra parte della città” delinea questa epoca “d’oro” e poco conosciuta della cartolina. Quartieri-dormitorio, autogrill, autostrade, stabilimenti industriali, supermercati, scuole, alberghi, centri termali e case di riposo compongono l’archeologia geografica ed urbana di un’Italia in pieno miracolo economico. Accompagnata da una scrittura lirica che pesca a piene mani da un personalissimo immaginario pop, questa galleria di cartoline restituisce il fermo immagine dei palazzoni e dei quartieri appena usciti dal cellofan della speculazione edilizia, prima che il tempo ne consacrasse lo squallore e la fatiscenza».

«Ma, al contempo - conclude -, testimonia anche la tenerezza di chi quelle immagini le spediva ad amici e parenti, per mostrare loro la finestra o il balcone dell’appartamento in cui abitava. Con un ricordo di Ugo Gregoretti». ©RIPRODUZIONE RISERVATA