La Nuova Ferrara

Le cartoline, ricordi di un’epoca felice

Le cartoline, ricordi di un’epoca felice

Negli anni ’50 e ’60 proliferavano le immagini di saluti da piccoli Comuni e frazioni di tutta la provincia Ferrarese

27 ottobre 2014
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C’è stato un tempo in cui le cartoline erano il modo più pratico, veloce ed economico per condividere un luogo con parenti e amici lontani. Nell’età dell’oro della cartolina ogni paese, anche il più piccolo, aveva foto che ritraevano la via principale, la chiesa, il campanile o, quando c’era, un monumento. Negli anni dell’industrializzazione poi, sulle cartoline venivano stampate anche vedute dall’alto di fabbriche, aziende, panorami industriali sinonimo di progresso. Oggi di cartoline se ne vedono, se ne spediscono e se ne ricevono poche. Soppiantate dalla velocità della rete, dall’immediatezza e dall’universalità di Instagram, Facebook, Twitter, Flickr… Perché mandare una cartolina che arriverà a destinazione (forse) dopo giorni e giorni di attesa quando in pochi secondi è possibile condividere un paesaggio, un luogo o un monumento con il mondo intero?

Già, a che cosa serve. E pensare che un tempo addirittura le cartoline erano oggetto di collezioni. Si tenevano in cassetto legate con elastico, oppure conservate dentro una vecchia scatola da scarpe e poi nelle giornate grigie, come per incanto, si alzava il coperchio e ci si rifaceva gli occhi davanti a paesaggi esotici, spiagge caraibiche o riviere nostrane.

Anche il Ferrarese era ricco di foto ricordo, cartoline da spedire lontano o portare con sé di ritorno dalla vacanza, dal periodo di studio o dal servizio di leva. Non solo foto dei sette Lidi, Comacchio o Ferrara: in bianco e nero prima, a colori poi, ecco piccoli Comuni e frazioni. A vederle oggi cartoline del tipo “Saluti da Cologna” o “Saluti da Mezzogoro” possono far sorridere ma a fine anni ’60 tali immagini erano il top del top dei souvenir; e lo sarebbero state per molti anni ancora.

Samuele Govoni

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