Uehara, portento di virtuosismo e musicalità
Al Teatro Abbado il suo recital, primo di due concerti jazz programmati da Ferrara Musica
Hiromi Uehara ha tenuto l’altra sera nel Teatro Abbado il suo recital, primo di due concerti jazz programmati da Ferrara Musica per la corrente stagione (l'altro è in calendario lunedì 17 novembre con il duo Barron/Holland). Questa trentacinquenne, sulla cresta del successo da quasi tre lustri, si è presentata sul palco del nostro teatro con l’irruenza della giovane età e con la nonchalance della donna che è già personaggio e tra la nostra lingua e l'inglese è riuscita a spiegarsi ed a presentare bene qualche brano di quelli eseguiti. Hiromi è un portento di virtuosismo e musicalità, usa spesso la mano sinistra tessendo frasi sui registri gravi mentre con la destra infilata dentro il pianoforte smorza e distorce armonie ed armoniche. Ottiene così un effetto che somiglia al suono del contrabbasso jazz. Poi, quando si dedica al lirismo più intimo come ad esempio nella bellissima Sicilian Blue i suoi modi si fanno sognanti, estatici, ispirati. Per il resto, al turbinio di note e scale diteggiate, aggiunge un borbottio e un canticchio tipico di molti pianisti, un battere di piedi e mani come integrazione del suono della tastiera, un crescendo e rinforzando che porta il tempo metronomico dal classicheggiante “adagio” all’altrettanto classicheggiante “presto con fuoco”. E così la ragazza si fa coinvolgere e coinvolge, trasmette, comunica, esonda sugli spettatori rendendoli istantaneamente felici di una tale benefica inondazione.
Athos Tromboni