Feltrinelli, altri vent’anni di grande cultura
Bilancio della rassegna del direttore artistico Bianchi: «La città ha risposto benissimo e il Comune crede nei giovani»
Si concludono oggi, con già un po’ di nostalgia, i festeggiamenti per i vent’anni della Feltrinelli. Un compleanno in cui tanti autori, vicini e lontani, hanno voluto dare gli auguri alla storica libreria del centro, e che ha trasformato novembre in un autunno all’insegna della lettura. Dalla poesia alla letteratura per l’infanzia, dai brividi del thriller alle pagine scanzonate dei romanzi, passando per le penne emergenti, niente è mancato ai week end biancorossi, culminati, inutile dirlo, nella serata al Boldini con Baricco. E visto che siamo in dirittura d’arrivo, è tempo di bilanci, ecco cosa racconta il direttore artistico Matteo Bianchi, alla guida di un’instancabile staff di giovani “tassi”.
Per essere concreti, quali sono i numeri della rassegna?
«È presto detto: circa 1.500 persone di pubblico di tutte le età, 25 presentazioni distribuite su quattro fine settimana, e oltre 40 autori che hanno mescolato alla buona letteratura regionale qualche punto luce nazionale, senza tralasciare gli spazi didattici, così la mattinata di poesia con gli studenti del Liceo Ariosto, né i momenti conviviali, cioé la cena organizzata dai Lyons Club con Marcello Simoni e quella con l’ingrediente segreto al Ristorante L’Orlando».
Come ha risposto la città?
«Per il Gruppo del Tasso sono finiti gli anni delle provocazioni letterarie. Abbiamo tentato di metterci alla prova con costanza e dedizione, specialmente dopo il risultato inatteso di Giallo-Ferrara. Oltre all’appoggio dimostratoci ancora una volta dalle istituzioni locali, ringrazio di cuore il Comune nella persona del vicesindaco Maisto, nonché l’Ente Palio e la contrada di Santa Maria in Vado per gli spazi concessi e la fiducia, anche svariati privati ci hanno sostenuto, in parte legati al mondo aggregativo dell’associazionismo, in parte ai mondi dell’editoria e della comunicazione».
Che cosa ha funzionato di più nella rassegna?
«Il punto di forza del Gruppo è essere unito, potendo anche contare sul legame di amicizia alla base. Le competenze di ciascuno, inoltre, si sono dimostrate complementari: dal semplice ufficio stampa alle strategie di promozione, dalla moderazione in pubblico allo sviluppo di video, grafica e web. La base operativa non è da dimenticare: se non ci fossero stati l’affetto e la stima di Erika Cusinatti, direttrice della Feltrinelli, il progetto non sarebbe mai andato in porto. E perciò l’abbiamo più volte abbracciata».
Che cosa, invece, pensa sia mancato?
«Ferrara non impiega ancora gli strumenti culturali come mezzo di promozione temporaneo di qualità, ma si limita all’intrattenimento. Abbiamo, per fortuna collettiva, un Comune che crede entusiasta nelle associazioni e nelle cooperative; soprattutto se Under 35. E questo è fondamentale - aggiunge -, per il futuro occupazionale in città e per non perdere la trasmissione di valori sociali determinanti».
...E da domani?
«Da domani cominceremo insieme ad Angelo Andreotti ed a Casa dell’Ariosto a lavorare al centenario govoniano, sempre per conto dell’Assessorato alla cultura. Intanto, bollono in pentola il ricordo di Giorgio Bassani e la seconda edizione di Giallo-Ferrara».
Irene Lodi
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