Villa Boccaccini, fascino senza tempo

di Maria Rosa Bellini
Villa Boccaccini (foto Stefano Pini)
Villa Boccaccini (foto Stefano Pini)

Con le foto di Stefano Pini facciamo un viaggio in questo magico luogo che ospitò un celebre film di Pupi Avati

29 febbraio 2016
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COMACCHIO. Lì, in quella grande villa del ‘700, che si ergeva a poca distanza dalla statale Romea, a due passi da Lido degli Scacchi, in fronte al centro abitato di Comacchio, nel 1976, il regista emiliano Pupi Avati ha girato quello che da sempre è definito uno degli horror italiani che maggiormente hanno catturato l’attenzione degli spettatori ed ancora oggi, rivedendolo è in grado di dare dei brividi di tensione. Si tratta de “La casa dalle finestre che ridono”, pellicola che ha reso magistralmente l’aura di mistero e soprattutto di grande fascino di una villa costruita nel ‘700 di appartenenza ad una delle più facoltose famiglie comacchiesi, i Boccaccini per l’appunto ed abbellita negli anni da diversi affreschi murari fino a farla diventare una delle più significative testimonianze dello stile Liberty italiano nel territorio del Delta Ferrarese. Una curiosità da cinefili la casa che appare con le imposte murarie a forma di bocca sorridente, da qui il titolo del film, non è villa Boccaccini dove sono stati girati alcuni interni e scene esterne, ma una casa più piccola, oggi completamente demolita, che si trovava lungo la strada panoramica nelle vicinanze di Lido di Volano.

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Da villa sfarzosa, oggetto di brama per svariati artisti e divenuta presto icona di stile nell’immaginario collettivo di molti a luogo di abbandono. Ma un destino di abbandono ed oblio era scritto tra quelle mura che subito dopo il suo utilizzo come location cinematografica ha cominciato il proprio declino e dove c’erano giardini, dove c’era un verde ben curato, la natura ha preso presto il sopravvento e le mura dell’edificio hanno cominciato a risentire della mancanza di manutenzione. Abbandonata villa Boccaccini è diventata presto luogo di sosta per le più diverse tipologie sociali e location ideale per fotoamatori, amanti dei posti in disuso, ma anche di vandali che hanno fatto scempio dei preziosi affreschi murari. Una villa le cui travature ed infissi di legno hanno conosciuto la potenza distruttiva del fuoco, rendendo il degrado ancora più duro.

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La famiglia Boccaccini, non riuscendo a far fronte alla gestione della villa ha ceduto la struttura, anche se l’acquirente non è mai stato reso noto. Oggi di quella casa non resta niente, da un paio d’anni è stata rasa al suolo, ma la sua storia, le leggende a lei legata non moriranno mai ed hanno dato vita a fenomeni di pagine social, in una delle quali vi era un appello al regista Pupi Avati, apparso alcuni anni fa, con l’invito che l’acquistasse il cineasta.

Le foto pubblicate sono di Stefano Pini, fotografo di Vaiano (Prato), il quale ha anche aperto  una pagina Facebook dedicata proprio a villa Boccaccini.