La Nuova Ferrara

palazzo san crispino

Quei volti illustri scolpiti da Davia, oggi scultore dimenticato

Quei volti illustri scolpiti da Davia, oggi scultore dimenticato

Oltre alla imponente e maestosa statua di piazza Ariostea, dedicata al sommo poeta Ludovico Ariosto, posizionata dopo quelle di papa Alessandro VI Borgia padre della duchessa Lucrezia sposa di...

01 settembre 2016
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Oltre alla imponente e maestosa statua di piazza Ariostea, dedicata al sommo poeta Ludovico Ariosto, posizionata dopo quelle di papa Alessandro VI Borgia padre della duchessa Lucrezia sposa di Alfonso I e di quella di Napoleone divenute scomode per diversi motivi, c’è un piccolo ma suggestivo busto che lo ritrae, un medaglione di piccole dimensioni che sfugge comunque agli sguardi frettolosi dei ferraresi e non a quelli più attenti ai particolari, dei turisti. Si trova nella facciata del palazzo dell’ex oratorio di San Crispino, antica sede della corporazione dell’arte dei calzolai ed oggi trasformato in una importante libreria. In sua compagnia, ci sono i busti di altri 6 personaggi ma a differenza del poeta, questi sono meno famosi.

E a dimostrarlo è anche il fatto che in tutti i busti, tranne che in quello dell’Ariosto, sotto al nome e cognome compare anche la qualifica del personaggio; cosa che per lo scrittore era pressoché superflua.

Il medaglione con il volto di Ludovico Ariosto è di profilo come tutti gli altri e sta nel mezzo: sono rivolti a destra del poeta Brizio Petrucci maestro di musica autore di diversi brani sacri e morto nel 1828, lo scultore Alfonso Lombardi che operò soprattutto a Bologna e Benvenuto Tisi da Garofano pittore mistico ed artista famoso di cui rimangono a Ferrara diverse opere. Guardano invece a sinistra di Ludovico Ariosto: Antonio Foschini l’architetto che realizzò la Rotonda del Teatro Comunale, Teodoro Bonati (ma nel medaglione è scritto con due “T”) l’idraulico famoso per il cavo napoleonico e lo storico Leopoldo Cicognara. L’autore di queste sculture fu Gaetano Davia vissuto a Ferrara dal 1810 al 1891 dove si formò alla scuola dello scultore Giuseppe Ferrari. Quasi totalmente sconosciuto, se non fosse per una pubblicazione di Lucio Scardino, che ne ha ripercorso la vita e da cui abbiamo ricavato queste informazioni, lo scultore ebbe invece un ruolo importante nella nostra città sia nel campo artistico sia in quello politico in quanto ricoprì anche il ruolo di consigliere comunale per ben due mandati. Come artista ci ha lasciato opere presenti alla Certosa, in alcune chiese cittadine, di Comacchio, Bondeno e Marrara, rifece il candelabra angolare di Palazzo Prosperi Sacrati, si dedicò alla figura di Savonarola per il quale realizzò la lapide sulla casa natale ed altro ancora. Intanto ci prepariamo alle celebrazioni per il cinquecentesimo anniversario della pubblicazione dell’Orlando furioso che sarà ricordato non solo nella casa di Vittorio Sgarbi nel prossimo ottobre ma persino a New York durante una serata che prevede la proiezione di alcuni filmati di Antonio Sturla Avogadri .

Margherita Goberti