Su #tiraccontounlibro i consigli dell’influencer
In materia di consigli di lettura #tiraccontounlibro è diventato un punto di riferimento: è il profilo del ferrarese Riccardo Vaccari che sta spopolando su Instagram. Nel giro di un paio d’anni hanno...
09 luglio 2017
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In materia di consigli di lettura #tiraccontounlibro è diventato un punto di riferimento: è il profilo del ferrarese Riccardo Vaccari che sta spopolando su Instagram. Nel giro di un paio d’anni hanno cominciato a chiedere il suo parere anche le grandi case editrici. A distinguerlo dagli altri social influencer è stata la sua onestà intellettuale: non è mai sceso a patti per promuovere novità o incensare i fenomeni del momento. Se il romanzo lo emoziona nella recensione si sente subito, altrimenti non si fa scrupoli a far emergere la sua delusione.
«Ho appena finito di leggere Memorie di Negroamaro (Edizioni Esperidi) di Valentina Perrone, e mi è piaciuto molto – commenta Vaccari –. L’autrice ha esordito con una raccolta di racconti da cui ha preso spunto per sviluppare una storia in particolare. Ha uno stile delicato, capace di mettere in risalto la sua terra, alla quale è rimasta radicata. È la riprova che nei cataloghi dei piccoli editori indipendenti si possono trovare delle chicche. Allo stesso modo, anche I giorni dello sgomento (Edizioni della Sera) di Fiorella Borin, mi ha compito. È una scrittrice veneziana che ha ritrovato i quaderni del padre, gli appunti di quando combatté in Russia, della disfatta e del ritorno in patria. I soldati che ripiegarono a piedi furono considerati dei vigliacchi, esattamente come i reduci del Vietnam. Ci sono delle vicende che ti trasmettono un’esperienza e, purtroppo, non vedranno mai la grande diffusione. I libri sugli scaffali sono spesso ripetitivi e pieni di stereotipi, solo perché vengono “garantiti” da Bompiani, Feltrinelli e Mondadori».
Oggi nelle librerie si è spaesati ed è necessario qualcuno che indirizzi il lettore sinceramente e non è cosa semplice. Non a caso, la Borin sarà ospite del gruppo di lettura “Due pagine prima di dormire”, il prossimo autunno, alla libreria di piazza Trento e Trieste all’Ibs+Libraccio.
«Un giallo adatto all’estate – aggiunge Vaccari – il cui intreccio è affascinante quanto l’ambientazione, è Yeruldelgger. Tempi selvaggi (Fazi Editore) di Iamn Manook. Se adesso dovessi cominciare un viaggio andrei subito a visitare la Mongolia. Mi ha convinto. Steppe sconfinate, freddo polare dove si muovono ancora con i cavalli: si torna indietro a cento anni fa».
Matteo Bianchi
©RIPRODUZIONE RISERVATA
«Ho appena finito di leggere Memorie di Negroamaro (Edizioni Esperidi) di Valentina Perrone, e mi è piaciuto molto – commenta Vaccari –. L’autrice ha esordito con una raccolta di racconti da cui ha preso spunto per sviluppare una storia in particolare. Ha uno stile delicato, capace di mettere in risalto la sua terra, alla quale è rimasta radicata. È la riprova che nei cataloghi dei piccoli editori indipendenti si possono trovare delle chicche. Allo stesso modo, anche I giorni dello sgomento (Edizioni della Sera) di Fiorella Borin, mi ha compito. È una scrittrice veneziana che ha ritrovato i quaderni del padre, gli appunti di quando combatté in Russia, della disfatta e del ritorno in patria. I soldati che ripiegarono a piedi furono considerati dei vigliacchi, esattamente come i reduci del Vietnam. Ci sono delle vicende che ti trasmettono un’esperienza e, purtroppo, non vedranno mai la grande diffusione. I libri sugli scaffali sono spesso ripetitivi e pieni di stereotipi, solo perché vengono “garantiti” da Bompiani, Feltrinelli e Mondadori».
Oggi nelle librerie si è spaesati ed è necessario qualcuno che indirizzi il lettore sinceramente e non è cosa semplice. Non a caso, la Borin sarà ospite del gruppo di lettura “Due pagine prima di dormire”, il prossimo autunno, alla libreria di piazza Trento e Trieste all’Ibs+Libraccio.
«Un giallo adatto all’estate – aggiunge Vaccari – il cui intreccio è affascinante quanto l’ambientazione, è Yeruldelgger. Tempi selvaggi (Fazi Editore) di Iamn Manook. Se adesso dovessi cominciare un viaggio andrei subito a visitare la Mongolia. Mi ha convinto. Steppe sconfinate, freddo polare dove si muovono ancora con i cavalli: si torna indietro a cento anni fa».
Matteo Bianchi
©RIPRODUZIONE RISERVATA