Il cestista Ebeling: la caduta del muro gioia coinvolgente
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Il crollo del muro è stato uno dei momenti più memorabili da quando sono sbarcato per venire in Europa, nel 1982. Essendo letteralmente ignorante sull’Europa ho provato a capire in fretta dove ero arrivato ed entrare in punta di piedi in un paese bellissimo come Italia che ad essere onesto per me era ancora tutto da scoprire. E non sapevo praticamente niente del muro di Berlino, né la storia, neppure esattamente dove si trovasse. Non per mancanza di rispetto delle mie origini passate ma più che altro per una mancanza personale di studio a scuola e disinteresse verso quello che succedeva al di fuori dell’America.
Dopo il mio arrivo in Europa, avendo ben presente la mia linea genetica con la Germania dove mio nonno tedesco era nato e cresciuto ad Amburgo, avevo molta curiosità di capire la nostra e la sua storia con la speranza un giorno di poter andare a vedere quei luoghi per capire di più le mie origini. Ho avuto la fortuna di visitare il muro quando Berlino ha ospitato le Final Four di Eurolega di Pallacanestro. Ero sicuro che prima o poi ci sarei andato e quando si è presentata questa coincidenza con il lavoro non ho voluto perdere questa opportunità.
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Berlino è una città oltre che bellissima molto moderna e ben organizzata! Ho trovato affascinante il misto di strutture moderne, tipo il Mercedes Arena che ospitava l’evento di basket e a pochi passi vedere ancora parti di questo storico muro che ha creato tanta tristezza e delusioni. Dall’hotel dove alloggiavo al muro erano solo pochi passi per arrivare, una parte di questo ancora integro e pieno di graffiti. Il solo fatto di toccare di persona la struttura che ha diviso un intero paese mi ha fatto riflettere. Camminare da un lato all’altro facendo un gesto che allora non era permesso.
L’ho trovato affascinante non solo per la sua grandezza ma sopratutto dove fosse stato costruito. Come ho detto non mi ha impresso tanto l’altezza ma piuttosto il modo con il quale hanno completamente diviso una città in due.
Posso solo immaginare l’atmosfera e i sentimenti di quella gente. Passeggiando in città ci sono ancora i segni dove i palazzi erano divisi dal muro, dove magari pochi giorni primi bambini e famiglie vivevano assieme serenamente senza pensare a quello che di lì a poco sarebbe loro successo. Penso alle tante persone coinvolte in questa divisione e a come le loro vite siano state cambiate. Come ho già detto mi ha fatto molto riflettere questa visita e mi ha reso ancora di più consapevole di quanto sono stato fortunato nella vita, non solo per dove sono nato, ma anche per dove mi trovavo al momento della sua caduta.
Alla caduta del muro avevo già vissuto 7 anni in Italia. Per me il 1989 è stato un anno è stato un anno importante a livello personale. Prima di tutto mi sono sposato nel 1989. Un anno dopo è nata Carol la mia prima figlia ed ho pure preso la cittadinanza italiana.
Il giorno del crollo del muro, in un momento felice della mia vita, ho capito che a poca distanza di dove mi trovavo stava succedendo qualcosa di importante. Ero contento e mi sentivo quasi coinvolto nel vedere le immagini di persone che martellavano sopra a questo muro. Il segnale di apertura e di ricongiunzione di questa gente era quasi superiore all’effetto reale della rottura del muro stesso! La gente voleva la libertà anche semplicemente la libertà di raggiungere chi non aveva potuto abbracciare da anni, famigliari ed amici.
Dopo sette anni in Italia mi sentivo ormai tranquillo e sicuro di conoscere il posto in cui vivevo ma onestamente questo evento mi aveva scosso e mi ha rimesso dei dubbi rimettendomi un po’ in allerta. In questi anni avevo imparato qualcosa in più sull’Italia rispetto a quello che sapevo quando ero ancora in America, ma – lo confesso – ero molto ignorante sulla Germania e sull’Europa in generale.
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Per avere un confronto sull’effetto emotivo che ho avuto dall’evento posso onestamente dire che la caduta del muro di Berlino non mi ha colpito tanto quanto l’attacco alle torri gemelle anche perché oltre ad essere due situazioni diverse ovviamente la seconda ha portato dolore e paura mentre la caduta del muro dopo anni sì di ingiustizie ha riportato alla vita. Alla fine è stata una sensazione di gioia sapere che finalmente quella gente poteva tornare a sognare.
Vedere tanti persone gioire quando hanno aperto il muro non può che avere un effetto positivo su chiunque abbia un cuore e desidera libertà e giustizia.
Faccio fatica a capire come sia stato difficile per tante persone essere separate dai loro parenti e dagli amici. La vita rovesciata in un attimo. Mi porta dolore pensare a chi ha perso tanti giorni di felicità a causa di questa muro.
Provo ad immaginare come sarebbe se Ferrara venisse divisa in due con un grande muro che passa della stazione lungo tutto Viale Cavour finendo otre via Pomposa.... sarebbe scioccante. Non avere più la possibilità di vivere la tua quotidianità o continuare a seguire i tuoi sogni!
Io faccio veramente fatica ad accettare che ci siano dei posti al mondo dove ancora c’è la guerra e le persone non hanno la possibilità di vivere con la libertà di provare a realizzare i loro sogni. La caduta del muro di Berlino ha riaperto questo sogno a tante persone e la felicità che ho provato allora ancora vive dentro di me.
Mi ricordo bene il momento in cui Ronald Regan annunciava la frase a Gorbachev “tear down this wall. ”
Diciamo che allora quella frase mi ha creato un leggero senso di agitazione. Sappiamo bene che non finisce mai liscio quando un leader di un paese dà un consiglio ad un altro leader soprattutto quando si tratta di due super potenze. Lo vediamo ancora oggi quando due leader discutono apertamente. Oggi sì lo fanno tutti ma a quei tempi non c’era la velocità quasi incontrollabile e immediata dei nostri tempi con internet infatti allora la comunicazione era molto più lenta e di conseguenza i tempi per rimediare erano più lunghi e i fatti non si conoscevano cosi velocemente come accade ora.
Dalla caduta del muro di Berlino ho visto molti cambiamenti e secondo me la caduta è servita da input. Mi riferisco all’apertura delle frontiere in Europa, alla moneta unica, all’armonizzazione delle regole europee. Berlino ha dato un segnale che da una cosa negativa si può anche ricavare qualcosa di buono.
Ci sono ancora tanti paesi che vorrei vedere prendere esempio proprio dall’esperienza di Berlino. L’impatto che ha avuto su di me sarà indelebile e invito tutti ad andare a visitare questo muro per avere più coscienza di quanto siamo stati fortunati.