La Nuova Ferrara

L’APPUNTAMENTO 

Dante, l’Inferno e la Commedia Cazzola dall’Ariostea

Matteo Bianchi

2 MINUTI DI LETTURA





Attraversare la propria realtà per metterla a fuoco secondo i vizi e le virtù del proprio tempo, e prenderne poi le distanze lasciando ai posteri qualsiasi giudizio, ma senza temere la sovrapposizione dei limiti individuali al bene universale. Durante la sua esistenza Dante Alighieri lo concepì componendo la Commedia. E oggi non possiamo che celebrarne la visione. In Biblioteca Ariostea sarà il Gruppo Scrittori Ferraresi a curare un ciclo di incontri dedicato ai settecento anni dalla sua scomparsa. Stamani, alle 11, sul canale Youtube dell’Archibiblio, il docente Claudio Cazzola leggerà e commenterà il secondo canto dell’Inferno introdotto da Federica Graziadei e da Alberto Andreoli della Società Dante Alighieri.

«Proprio dalla rilettura dei suoi versi attendiamo incredibilmente un messaggio rivoluzionario – esordisce la Graziadei – un vento di novità. Dante parla di noi, sa andare nel profondo e talvolta ci rivela cose che non sapevamo di conoscere. Ci scruta e ci conosce. Siamo sicuri che Cazzola ci farà sentire coraggiosi come i fiorellini descritti dal poeta chiusi e rivolti in basso dal gelo notturno, che una volta illuminati dal sole si aprono alla vita».

Una rinascita che secondo la presidente del Gsf deve essere necessariamente culturale: «Quali fioretti dal notturno gelo chinati e chiusi, / poi che ’l sol li ’mbianca si drizzan tutti aperti in loro stelo, / tal mi fec’io di mia virtude stanca, / e tanto buono ardire al cor mi corse, / ch’i’ cominciai come persona franca». —

Matteo Bianchi

© RIPRODUZIONE RISERVATA