Il tenente inglese ritrovato dopo 76 anni «Finalmente avverato il sogno di mia madre»
Ad Aguscello c’è la sede del gruppo di ricerca storico Aerei perduti Polesine, che hanno chiamato il nipote di un militare caduto in volo nel 1945
LA STORIA
Si chiamava Arnold George Raymond Hallas, era un tenente inglese del 601º squadrone Raf con base vicino a Rimini. Volava su un Supermarine Spitfire Lf Mk IXe Nh231; aveva solo 24 anni, era alla sua ultima missione poiché mancavano pochi giorni alla fine della Seconda Guerra Mondiale e dopo sarebbe tornato in patria. Invece, sebbene convalescente per una recente ferita, esonerato dal comandante dal compiere quell’ultimo atto, fu proprio lui a insistere a tal punto che gli fu concesso di andare in missione. Ma non tornò più; fu abbattuto nella zona di Villadose (provincia di Rovigo), conficcandosi con il suo aereo nel terreno per una profondità di oltre sette metri. Di lui furono trovati solo gli stivali con dentro i piedi, poi sepolti nel cimitero inglese di Padova, ma grazie all’intervento del Gruppo di ricerca storico – aeronautica “Aerei perduti Polesine” (Aps) è stato ritrovato quanto è rimasto del suo corpo, dei suoi effetti personali e dei rottami dell’aereo, così ora Hallas sarà ricomposto nella tomba durante una cerimonia che si terrà alla presenza dei parenti che gli sono rimasti.
LE RICERCHE
Luca Milan, presidente di Aps, e i suoi collaboratori sono riusciti non solo a individuare il luogo preciso in cui era ancora sotterrato l’aereo, ma hanno contattato il nipote Andrew Garden, figlio della sorella di Arnold oggi 93enne, per informarlo del ritrovamento. E Andrew è arrivato in questi giorni per recarsi prima al cimitero inglese di Padova e poi ad Aguscello, al piccolo aeroporto “Prati Vecchi”, dove il presidente Marco Cavicchi e gli amici del Gva Gruppo volo Aguscello (associazione aggregata all’Areo Club d’Italia) hanno messo a disposizione di Aps un ambiente sia per la conservazione e l’esposizione dei reperti, che per riunioni, incontri e conferenze.
Qui, nel piccolo ma straordinario museo di cimeli curato dal Gva dove sono conservate tantissime testimonianze di tragiche vicende umane, fra cui la mitragliatrice del famoso aereo “Pippo”, c’è tutto quanto resta di Arnold . «Quando mi hanno contattato – ha spiegato Andrew Garden – ho pensato subito non solo a uno scherzo ma addirittura a una truffa. Ho quindi cercato il sito dell’associazione, mi sono documentato, ho coinvolto l’ambasciata inglese e ho capito che il sogno di mia madre - che conserva sempre la foto di Arnold -, di trovare sue notizie dopo tanti anni si era avverato. Per questo sono qui molto emozionato, per un primo incontro con queste persone speciali e tornerò il prossimo aprile, quando si compirà la cerimonia funebre di ricongiunzione dei resti nella tomba del cimitero inglese di Padova. Allora saremo in 18 persone e decideremo cosa fare dei suoi effetti personali, che si trovano qui ad Aguscello».
Manca in esposizione la divisa che ancora indossava il pilota ma, come ha raccontato lo stesso Milan, è stata lavata, pulita e ricucita pezzo per pezzo ed è conservata gelosamente come oggetto prezioso per decidere con i parenti cosa farne.
l’ASSOCIAZIONE
Aps nasce nel 2017 per opera di un gruppo di persone altamente specializzate. Il presidente Milan, già istruttore di volo nelle scuole Gruppo volo Aguscello e Alisoccorso, ha maturato specifiche conoscenze relative agli eventi connessi al territorio e oggi coordina i sondaggi effettuati in Polesine. Accanto a lui operano Enzo Lanconelli, storico e ricercatore, Andrea Raccagni, storico ed esperto di archivi tedeschi (insieme hanno censito tutti gli aerei precipitati in Romagna scrivendo anche un libro), Elena Zauli delle Pietre, scrittrice e collaboratrice del progetto International bomber command center della Lincoln University Uk che si occupa delle ricerche archivistiche sul territorio italiano e sta per pubblicare il libro “Aerei perduti Polesine 1943-’45”. Vi è infine una fitta rete di collaboratori che permettono di entrare in contatto con le singole realtà locali. «Vorrei – conclude Milan – che il nostro piccolo museo di Aguscello fosse conosciuto dai ferraresi, specie dagli studenti ai quali vorremmo raccontare tante storie di umanità».
Margherita Goberti
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