La Nuova Ferrara

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Il Summer Festival 2022 promosso a pieni voti

di Davide Bonesi
Il Summer Festival 2022 promosso a pieni voti

Bene l'offerta artistica e le presenze di pubblico. Fra le cose da migliorare la comunicazione

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Ferrara Partiamo da una certezza: mai la nostra città aveva potuto fregiarsi di un festival musicale così ricco e dalla proposta variegata. Un segno importante era stato dato già lo scorso anno, una sorta di ripartenza dopo il 2020 segnato dal lockdown. Ma quest’anno gli organizzatori del Ferrara Summer Festival si sono superati, portando in piazza Trento Trieste e piazza Ariostea il top della musica italiana, importanti musical, maghi della comicità e artisti internazionali (The Smile, concerto di Ferrara Sotto le stelle) e peccato per la defezione di Piero Angela, il quale avrebbe portato quel tocco di cultura che di certo non guasta.

Punti forti Altro aspetto positivo la risposta della gente, con diversi spettacoli da tutto esaurito (Fiorello anche se ridotto da due a una sera, l’accoppiata di big De Gregori-Venditti, il musical Notre dame de Paris con aggiunta di una data, fino ai concerti con pubblico in piedi, da Blanco in apertura di “Vibez” con la cifra record di 15.000 persone a Litfiba, Marracash e Caparezza) e indiscutibilmente una varietà musicale apprezzata, data la trasversalità di fan, dai giovanissimi al “Vibez” ai più maturi per De Gregori-Venditti ma anche i Litfiba. Purtroppo, non sono mancate serate con scarso pubblico (il musical “Mamma mia” e Renga in particolare), ma è un rischio che si può correre quando si organizza un evento di oltre un mese con 21 appuntamenti e si deve necessariamente cercare di accontentare le richieste di tutti gli appassionati. E a tal proposito, conoscendo anche la grande passione per la musica del sindaco Alan Fabbri, dobbiamo immaginare che nel 2023 aumenterà la presenza di artisti internazionali, a prescindere dal “colpaccio” Springsteen, atteso (e come) il 18 maggio al Parco urbano.

Da migliorare Ovviamente nessuna manifestazione è esente da critiche, a volte eccessive e strumentali, altre volte indubbiamente giustificate. In particolare, la location piazza Ariostea ha destato qualche problema di troppo, dai prolungati disagi per viabilità e parcheggio dei residenti alle difficoltà di visuale per il palco troppo basso (problema identico anche in piazza Trento Trieste per i concerti in piedi) fino alle segnalazioni dei tanti appassionati disabili che hanno raggiunto con non poca fatica (e scarso aiuto) le postazioni a loro dedicate. Magari, qualche elasticità andava mostrata per i fan in attesa ore per le tre serate del “Vibez”, comprensibile il ritiro delle bottigliette, meno quello del cibo (non garantendo opzioni per i celiaci). E di certo in alcune date il Listone andava chiuso più tardi, per non danneggiare troppo le attività commerciali e nell’orario migliore per la passeggiata in piazza visto i grandi caldi del primo pomeriggio. Ma a detta di molti la pecca maggiore è nella comunicazione: un festival di questo livello merita una “visibilità” e una promozione ben più forti. Oltre che una diversa disponibilità nei confronti di quanti vivono questo festival. l