Padricelli, le opere raccontano il Po. Nei suoi disegni storie e tradizioni
Quadri, foto e cimeli legati al Grande Fiume: «Passione lunga una vita»
Ferrara La vita artistica di Vittorio Padricelli è da sempre legata al Grande Fiume. Nel corso degli anni il pittore e disegnatore, originario della provincia di Mantova ma da anni residente a Ferrara, ha tratto ispirazione dal Po per le sue opere. «Un personaggio nato per rappresentare la cultura del Po», dice chi scrive.
Sono appassionato di storia locale e incontrarlo è stato un piacere. Ci conosciamo da alcuni anni, ormai siamo amici, e coltiviamo le stesse passioni, soprattutto, l’amore per la nostra terra, e per la cultura del Po. Vittorio ha lavorato all’Archivio di Stato di Ferrara, ma ancora prima, alla biblioteca universitaria di Padova, in via San Biagio. Nella sua casa mi accoglie sempre con gentilezza e mi mostra con orgoglio i suoi disegni, le sue foto di famiglia e immagini che ritraggono la vita sul Po. C’è il “Rimorchiatore Milano”, in diverse fotografie o quadri, il modellino di speetfaier, Pippo, che durante la Seconda guerra mondiale, aveva un sistema particolare di bombardare e centrare il bersaglio, coi raggi infrarossi, e anche quadri, dipinti da lui o da un suo fratello pittore, il Piatto tondo col Meator, (chi scandaglia il Po, per permettere la navigazione) e il diploma di suo padre Eugenio, guardiano idraulico, con medaglia d’oro al valor militare. «Avevo due fratelli, Tonino ed Enrico, e alcune sorelle, una delle quali vive da anni in Svizzera vicino a Montreaux. Io - racconta - ho sempre amato il fiume ma non so se i miei figli vorranno portare avanti questa mia passione». Io ogni volta lo rassicuro e gli dico che i suoi disegni e tutti i suoi lavori non andranno dispersi perché alcuni esemplari si trovano al museo del Po di Revere (piazza Castello 12, Mantova). Li ho portati io stesso lì su suggerimento di Mauro Vincenzi, ex presidente del Gao (Gruppo archeologico ostigliese); sicuramente il posto più adatto per conservarli in sicurezza e valorizzarli. Ancora non sono stato esposti ma un giorno ci sarà occasione.
Nei suoi disegni viene rappresentato il lessico, e i mestieri del Po, che sono esistiti fini ai primi decenni del 1900, cioè ponti di barche e mulini, ma anche meator, e agrimensor, e vengono rappresentati i diversi tipi di imbarcazioni, col nome accanto, (burchio, rascona, gabara), poi i termini della cartografia fluviale, come tivar, o giarina, cioè tivaro (terra argillosa) che si attacca bene e si può formare una palla, mentre giarina è la spiaggia in dialetto ferrarese. Il Po, visto che rendeva fertile la terra, veniva considerato dagli antichi romani, come una divinità, e quindi, anche Vittorio, in ogni suo disegno, ci mette un pensiero che può essere divino, cioè un incoraggiamento ad andare avanti, per es.
«Se mancano le forze, Coraggio!» e ancora «Signore guidami sulla tua via, ed io entrerò nella tua verità», oppure ci mette uno dei tanti motti che possono dare un pizzico di umorismo, ad es: «Quant al cucù al canta, la sira a ghè moi e la matina a ghe sùt»; un modo originale per rendere il disegno divertente. Infine, sotto ogni opera, la firma “Ad Exemplar, Vittorio Padricelli”, cioè riproduzione fedele di Vittorio Padricelli.l
Eros Gianni Forapani
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