Copparo, vita e amori all’ombra di Waterloo: «Vi racconto l’Irlanda dell’800»
Bertasi torna con “Inganno d’onore”, romanzo tra sentimenti e fatti storici
Copparo Linda Bertasi, scrittrice copparese appassionata di storia e sentimenti, torna sugli scaffali con “Inganno d’onore” (ed. Self Publishing), romanzo rosa storico ambientato nell’Irlanda dell’Ottocento. Il volume, disponibile in formato cartaceo e digitale, esce oggi. La scrittura dell’opera è stata preceduta da un intenso lavoro di studio e documentazione, componente fondamentale per Bertasi. A una decina d’anni dal suo esordio e con sette romanzi all’attivo, la scrittrice si racconta ai lettori della Nuova.
Quando e come nasce l’idea di questo libro?
«Da due mie grandi passioni, la scrittura e l’Irlanda. Era l’inverno scorso quando mi proposero di partecipare a questa Collection. Una serie di romanzi regency, ambientati all’indomani di una battaglia epica che tutto il mondo ricorda. La battaglia di Waterloo. Apparve una donna ribelle e indomita con un dono particolare: la chiaroveggenza. Lei sarebbe stata la mia eroina e sarebbe stata una storia che parlava di guerra e onore, di ideali ed eroi».
La sua opera fa parte di una collana, è la prima volta che partecipa ad un progetto collettivo?
«Sì, non ho mai partecipato a un progetto collettivo per quanto riguarda la scrittura, amo definirmi un’anima solitaria».
Che esperienza è stata?
«Non è stato semplice accorpare e fare andare d’accordo undici teste diverse, per di più donne. Ma la sinergia che si è creata, la solidarietà e il fine ultimo di realizzare qualcosa di unico, ci ha fatto remare nella giusta direzione. Ed eccoci qui all’uscita del quarto volume e, finora, sempre in testa alle classifiche di genere».
Quanto lavoro di studio e documentazione c’è dietro ad un romanzo storico?
«Io sono una ricercatrice mancata, puntigliosa e pignola all’inverosimile, ma soprattutto nutro un rispetto reverenziale per la storia. La documentazione è tanta, quasi il 70% del romanzo direi, nulla può essere lasciato al caso in uno storico a partire dal linguaggio sino ad arrivare a usi, costumi e soprattutto veridicità storica».
Qual è stata la parte più stimolante e complessa di questo lavoro?
«La parte stimolante per me è sempre la ricerca. Amo farne e imparare, mi arricchisce e mi motiva. In questo caso, scoprire una terra magica come l’Irlanda con i suoi cibi, le usanze, i colori, i sapori e, naturalmente, la politica. Nel mio libro ne troverete parecchia, perché affronto la questione irlandese dei primi dell’Ottocento, le battaglie per l’indipendenza dal Regno Unito, in particolare gli anni legati alla lotta intrapresa da Robert Emmet».
Dagli esordi ad oggi è cambiato il suo modo di approcciarti alla scrittura?
«Sono diventata senza dubbio più meticolosa, più attenta. Ho più dimestichezza con la lingua italiana e, soprattutto, mi sono concentrata sul mio vero io: “Il romanzo storico”. Chi mi conosce, mi definisce una donna nata nel secolo sbagliato, infatti. Tra i progetti futuri ci sono senza dubbio degli altri storici, tra cui il mio romanzo ambientato a Ferrara. Prima o poi, prometto che vedrà la luce». l