La Nuova Ferrara

Gli 80 di Dalla e Battisti

Gli 80 di  Dalla e Battisti

Due giganti della nati tra il 4 e il 5 marzo del 1943 Geniali e innovatori, così diversi: colonne della musica

04 marzo 2023
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i Luca Trambusti

Ottanta anni fa, il 4 e il 5 marzo 1943, a distanza di 24 ore uno dall’altro, nascevano i due “Lucio nazionali”: Dalla e Battisti, il primo a Bologna, il secondo a Poggio Bustone in provincia di Rieti. 24 ore che sono state inconsapevoli e fortuite artefici della storia della musica italiana. Quelli di Dalla e Battisti sono, nelle loro differenze, due percorsi straordinari che hanno illuminato la musica leggera con canzoni e dischi con cui si sono superati gli steccati generazionali entrando nel patrimonio culturale nazionale.

Le basi di partenza sono molto vicine: entrambi infatti arrivano dal beat, ma se Dalla (scomparso nel 2012) ha una grande passione per il jazz, Battisti (prematuramente mancato nel 1998) preferisce stili e suoni di fine anni ‘60.

Altra radice comune, almeno agli inizi della carriera di Dalla, è quella della scrittura dei testi. L’artista bolognese si affida a diversi autori, tra cui Paola Pallottino, che per lui scrive brani come la celeberrima “4 marzo 1943” e “Il gigante e la bambina” portata al successo da Ron.

Stretto anche il rapporto con Bardotti e Baldazzi (“Piazza Grande”). Nel ’73 Dalla si avvicina a Roberto Roversi, poeta bolognese. Da quel rapporto escono album importanti per la carriera di Dalla, dischi che lo segnalano come artista di punta, pur non raggiungendo il successo commerciale, anche per alcuni aspetti sperimentali della produzione. Nel ’77 il rapporto con Roversi termina e nasce il “cantautore” Dalla che dall’album “Com’è profondo il mare” (1977) firma musica e parole.

Saranno i due dischi successivi “Lucio Dalla” e “Dalla” a lanciarlo verso il successo che sarà inarrestabile. Battisti invece, nel suo percorso autorale, non ha mai firmato i testi delle sue canzoni, non diventando così un “cantautore puro”. Nel ’65 il musicista laziale incontra Mogol (Giulio Rapetti all’anagrafe). Il loro sodalizio dura sino al 1980, anno della separazione. Da lì Battisti collaborò prima con la moglie e poi con il poeta Pasquale Panella con il quale lavorò sino al suo ultimo disco “Egel” del 1994.

Ancora in comune tra i due c’è una grande vena sperimentale. Battisti lo era dal punto di vista sonoro e musicale.

Una diffusione capillare della musica ha portato Battisti a essere l’artista forse più cantato in Italia. Tutto ciò è cambiato alla fine del rapporto con Mogol. Diverso invece l’approccio di Dalla. Le sue canzoni sono entrate più lentamente, meno prepotentemente nella storia della musica. Le parti alte della classifica di vendita il bolognese le ha frequentate meno di Battisti e in una fase più avanzata della carriera.

Dalla istrionico, comunicativo, Battisti più schivo, riservato, non amante dei riflettori. Dalla sul palco ci stava bene, da solo o collaborando con altri artisti (lo dimostra la tournée “Banana Republic” del 1979 con De Gregori e Ron). Questo ottantesimo anniversario può essere occasione per riascoltare, approfondire o scoprire i loro repertori di altissimo livello.

«Erano liberi e rivoluzionari. Purtroppo non vedo eredi in giro – spiega Giulio Rapetti, in arte Mogol – Dalla mi ha ha sempre fatto un'impressione strana, era particolare. Aveva qualcosa di religioso e qualcosa all'opposto, di pagano quasi. Uno dei più grandi cantautori e compositori della nostra musica». Di Battisti ("uno che imparava tutto, con la velocità della luce") racconta il motivo della separazione: "Non abbiamo mai litigato, ci siamo rivisti dopo, siamo anche andati a mangiare insieme. È stata una questione di principio, non di soldi».l