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Vigarano

Decaro allo Spirito: «Ridere non basta bisogna riflettere»

Decaro allo Spirito: «Ridere non basta bisogna riflettere»

Il comico renderà omaggio a Carosone accompagnato da Marcello Corvino, direttore artistico del Teatro Abbado

25 marzo 2023
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Vigarano Mainarda Si intitola “Renatissimo” la serata in programma domani allo Spirito di Vigarano Mainarda (via Rondona, 11/D) nata per rendere omaggio a Renato Carosone. Il musicista napoletano nato un secolo fa sarà celebrato da Enzo Decaro e gli Ànema (Marcello Corvino, Biagio Labanca, Massimo De Stephanis e Fabio Tricomi). L’attore partenopeo, questa sera e domani pomeriggio in scena al Duse di Bologna con “Non è vero ma ci credo” di Peppino De Filippo, si racconta.

Come definirebbe Renato Carosone?

«Come un artista vero. Ha rivoluzionato la musica napoletana e mediterranea del secondo Novecento. Attraverso le sue canzoni ha raccontato storie, divertito, commosso, fatto innamorare migliaia di persone… è stato un grande. Io ho avuto la fortuna e il privilegio di conoscerlo e frequentarlo, ero molto affezionato a lui».

Cos’è stato per lei?

«Prima di tutto un amico, una persona meravigliosa e un grande pianista. Negli anni si è appassionato alla pittura e ha saputo trasferire la stessa energia che metteva nella musica anche sulla tela. È sempre rimasto se stesso, una persona allo stesso tempo di grande rigore e leggerezza. Un maestro».

Domani riceverà anche il premio Tutte le direzioni, come si sente?

«Sono felice di ricevere questo riconoscimento da parte del Gruppo dei 10 che va a me ma soprattutto a Napoli. La consegna non poteva avvenire su una musica migliore. Sarà l’occasione per festeggiare Carosone e riascoltare i suoi brani anche con nuovi arrangiamenti. Gli Ànema stanno portando avanti un ottimo lavoro di ricerca sui suoi brani».

Saranno diversi?

«In un certo senso sì. Il sound da una parte va rispettato ma dall’altra è importante anche rinnovare, rielaborare. D’altronde, lo stesso Carosone amava rimettere mano alle musiche, dargli nuova linfa a seconda del periodo in cui venivano suonate».

Cos’è per lei Napoli?

«Sicuramente Napoli è molto di più di un luogo geografico. Ho frequentato Lucio Dalla per tanti anni e lui si definiva un napoletano nato a Bologna. È una città dalle mille sfaccettature, è un modo di essere. Ultimamente arte e bellezza stanno prendendo il sopravvento e ne sono felice; le ombre non se ne sono andate, ci sono ancora, ma non sono tutto».

Dalla Smorfia con Troisi e Lello Arena ad oggi: com’è cambiata la comicità?

«Forse si è un po’ assopita. Negli anni Ottanta la vita artistica e l’impegno civile erano una cosa sola. La comicità dev’essere lo specchio della società, far ridere non basta, bisogna scatenare una riflessione. Oggi è tutto un po’ più tiepido, meno incisivo... ma sono sicuro che arriverà un nuovo gruppo di comici che ci sveglierà».

Dalle 20, cena e poi concerto. Per info: 0532.436122.l