La Nuova Ferrara

Danza

Casadei a Ferrara nel segno di Maria Callas: «Racconto le fragilità di un’icona»

Samuele Govoni
Casadei a Ferrara nel segno di Maria Callas: «Racconto le fragilità di un’icona»

Domani incontro al Ridotto, domenica la prima mondiale all’Abbado

27 ottobre 2023
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Ferrara Domenica alle 16 al Teatro Comunale Abbado di Ferrara (corso Martiri della Libertà, 5) va in scena per la prima volta “Private Callas”, spettacolo corale della compagnia Artemis Danza nell’ambito del progetto CorpiViolati. La coreografa ferrarese Monica Casadei domani alle 18 incontrerà il pubblico nelle sale del Ridotto. In vista dell’incontro e dello spettacolo si racconta.

Come nasce lo spettacolo?

«A cento anni dalla nascita di Maria Callas ho voluto concentrare la mia attenzione su di lei, sulla sua vita privata. Da anni mi occupo delle eroine del mondo del melodramma, delle loro storie drammatiche e spesso ancora molto attuali. Callas, non solo ha interpretato tutte queste figure ma ha dovuto lottare a sua volta contro il mondo; sono felice di partire con questo nuovo spettacolo proprio da Ferrara».

Perché ha scelto di dedicarsi alla figura di Maria Callas?

«Per la sua grandezza e perché ha avuto una vita privata difficile, turbolenta e dolorosa. Ha subìto ingiustizie e si è confrontata col dolore, la sua vita sentimentale è stata davvero complessa».

Che eredità e insegnamenti ci ha lasciato secondo lei?

«Sicuramente ci ha lasciato una grande forza e una dedizione al lavoro straordinari. A dispetto di un inizio molto faticoso è riuscita ad emergere, a trovare il coraggio per creare qualcosa di unico e inimitabile. Si è concentrata sullo studio, sul lavoro e la sua carriera ci insegna che porsi degli obiettivi e credere ai sogni è importante. Penso che questo sia un insegnamento prezioso da trasmettere ai giovani».

Qual è stata la parte più stimolante di questo lavoro?

«La parte più stimolante è stata senza dubbio entrare nella sua intimità e scoprire i suoi sentimenti, soprattutto venire in contatto con il senso di solitudine e abbandono che purtroppo provava. Concentrarmi sulla sua vita privata mi ha dato la possibilità di approfondire la figura di Aristotele Onassis, centrale e devastante nella vita di Maria Callas».

E la più complessa?

«Riuscire a costruire una storia comprensibile per lo spettatore. In scena ci sono le tante sfaccettature della Callas: la diva, la donna fragile, l’icona… Ci sono i sogni realizzati in campo professionale e quelli infranti nella sfera privata. Raccontare il suo rapporto con Onassis e ciò che ha vissuto interiormente è stata di certo una sfida per me».

Cosa l’ha colpita?

«Callas è stata rifiutata dai genitori appena nata, non lo sapevo. Loro volevano un maschio, è arrivata lei, e non lo hanno accettato. Immagino il dolore di questa bambina che si è vista rifiutata e abbandonata. Avrebbe potuto morire, abbandonarsi alla disperazione e invece ha tirato fuori una forza incredibile e con una dedizione unica ha lavorato su se stessa e sui sogni».

Quando ha iniziato danza?

«Ho cominciato da bambina ma il cambio è arrivato quando ho incontrato il mio maestro di arti marziali, maestro che mi segue ancora oggi a distanza di trent’anni. Attraverso l’aikido ho imparato ad avere più consapevolezza del corpo, ho cominciato a “sentire” e a creare legami con storie precedenti e con vite passate che non avevo vissuto. Dietro le mie coreografie c’è un grande lavoro di introspezione».

La prima mondiale sarà a Ferrara, che effetto le fa?

«Sono commossa e felice, questa città mi ha dato tanto. Il 29 ottobre 2011 mancò mio padre, proprio due giorni prima del debutto della Traviata, spettacolo che da dieci anni continua a girare il mondo; siamo appena tornati dal Sud America. Fu un debutto allora e sarà un debutto anche questa volta, mio padre mi accompagna e Ferrara ha la capacità di regalarmi emozioni».

Per info: 0532.202675.l