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La storia

Dave Grohl a Pontelagoscuro: la storia raccontata in una foto

Samuele Govoni
Dave Grohl a Pontelagoscuro: la storia raccontata in una foto

Il batterista suonava con gli Scream, poi passò ai Nirvana. Mantovani: “C’ero e fu indimenticabile. Che bello quel pomeriggio sul Po”

21 dicembre 2023
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Ferrara cinquecento anni fa era New York. Forse qualcuno ricorda ancora questa scritta, diventata poi slogan, comparsa dalla sera alla mattina su un muro del centro storico cittadino. È rimasta lì per un po’, quanto bastava perché venisse fotografata e diffusa, poi, quando è stata ora di dare di bianco, quelle sette parole sono state coperte dalla vernice fresca e non sono più tornate. Qualche giorno fa sui social è comparsa un’altra scritta simile, recita: "Ferrara nel 1988 era Seattle". Perché proprio Seattle? Semplice, fu quella la culla del grunge. Forse a qualcuno potrà far sorridere, e magari l’intento dell’autore era anche un po’ quello, ma c’è comunque un fondo di verità in questa frase che racchiude in sé un microcosmo fatto di musica, passione, chitarre distorte e concerti a volumi pazzeschi. Negli anni Ottanta del secolo scorso Ferrara è salita alla ribalta grazie ad una nuova generazione di musicisti che hanno affidato rabbia e tormenti a sonorità punk e riff spaccatesta. Capofila di questa ondata sono stati senza dubbio gli Impact, band di culto della scena hardcore punk italiana. Loro però furono solo la punta dell’iceberg. Tanti gruppi nacquero e morirono in quel periodo. Alcuni uscirono dalle mura ferraresi, altri restarono per sempre nel loro garage. Suonare dal vivo era prima di tutto un’esigenza, c’era bisogno di condividere qualcosa.

ENTUSIASMO

Pur frequentando altri generi, Roberto Formignani, chitarrista e oggi presidente dell’Associazione Musicisti di Ferrara, ha sempre ricordato quel periodo con grande entusiasmo. «Sono stati anni energici, pieni di grinta e di voglia di fare. Io con altri amici fondai la Mannish Blues Band e – racconta Formignani - ci prendemmo le nostre soddisfazioni. Ricordo i pomeriggi passati negli scantinati a provare per ore, le serate nei locali e le jam in una casetta sul Po che ora non c’è più». Di casette sul Po, diventate luoghi di ritrovo e rifugi per rockettari della pianura, ce n’erano due. Una dalle parti di Francolino e una più in là, vicino a Stienta, nel Rodigino. «Ricordo bene quei luoghi! Un sacco di musica, un sacco di dischi... un sacco di bei momenti», ricorda con allegra malinconia Marco Gulinelli, oggi assessore alla Cultura del Comune di Ferrara.

FOTO STORICA

È in quel periodo, sul finire di un decennio irripetibile, che a Pontelagoscuro fanno tappa gli Scream e i Fire Party, due band americane hardocore punk. Nel 1988 il batterista degli Scream è nientemeno che Dave Grohl, poi storico batterista dei Nirvana e frontman dei Foo Fighters. Ebbene, partecipò anche lui al concerto. All’epoca aveva ancora diciannove. Per alcuni mesi ha vissuto a Bologna, frequentava una ragazza di là. La foto scattata sull’argine del Po e riemersa alcuni giorni fa grazie ai social, resta un documento incredibile. Gli Scream e le Fire Party, catapultati dalla Virginia e da Washington D.C. a Pontelagoscuro, in posa insieme ad altri coetanei sulla riva del Grande Fiume. Tra loro c’era anche Michele Mantovani, musicista cresciuto al centro sociale di via Ortigara e poi componente degli Impact. Quella foto la ricorda bene. «Era il 9 marzo 1988, la sera prima avevamo suonato a Pontelagoscuro e oltre alle due band americane c’eravamo noi, gli Impact. Una serata ancor più speciale per me, visto che era il mio debutto con la band», racconta Mantovani. Poi, aggiunge: «Dave Grohl e gli Scream rimasero a Ferrara quasi una settimana, ospitati da vari amici musicisti. È stato un periodo unico e irripetibile». Un paio d’anni più tardi Grohl entrò nei Nirvana, era il 25 settembre 1990.

IL SALTO

«A quei tempi non c’era internet e le notizie arrivavano un po’ così, attraverso le riviste e qualche informazione frammentaria trasmessa a voce o per lettera. Quando seppi che era entrato nei Nirvana pensai: "Ha svoltato". Era bravissimo, vederlo suonare è stato un privilegio. Nonostante la giovane età era tra spanne sopra a tutti». Nel 1990 anche i Soundgarden, altra band che non ha bisogno di presentazioni, suonarono in zona. Il concerto si tenne al Ca’ Rosa, in provincia di Rovigo. «Quando nel 1991 i Nirvana suonarono a Baricella - dice -, io c’ero. Che concerto incredibile». Mantovani però, al di là di questi episodi unici, ricorda la vivacità di quel periodo e l’unione che c’era tra i vari "poli" della controcultura giovanile ferrarese. «Andavamo a vedere i concerti blues di Formignani e lui veniva a sentire le nostre serate punk, poi arrivarono i metallari e il cerchio si allargò. Non c’erano rivalità o gelosie, si suonava per il gusto di suonare, di stare insieme. La band era come una famiglia. Ci univa uno spirito fraterno». Difficile immaginare quegli anni per chi non li ha vissuti, ma provarci è comunque bellissimo. «Penso che quel periodo abbia fatto bene a Ferrara e ai ferraresi. Oggi - conclude Mantovani - con qualcuno capita di ritrovarsi a suonare. Poco tempo fa abbiamo fatto una reunion degli Impact per ricordare "Gigo" (Alberto Gigante, ndr), batterista e fondatore del gruppo. Semplicemente un grande».