La Nuova Ferrara

Lo spettacolo

Copparo, l’Otello secondo Paolantoni: «Shakespeare si divertirebbe»

Nicola Vallese
Copparo, l’Otello secondo Paolantoni: «Shakespeare si divertirebbe»

“O Tello, o... io” in scena sabato sera al teatro De Micheli

19 febbraio 2024
3 MINUTI DI LETTURA





Copparo L’Otello di Shakespeare da tragedia diventa commedia con Francesco Paolantoni che, sabato alle 21, sarà al teatro De Micheli di Copparo (piazza del Popolo) con “O Tello, o... io”. Al suo fianco ci saranno Stefano Sarcinelli, Arduino Speranza, Raffaele Esposito, Viola Forestiero, Felicia Del Prete. Lo spettacolo racconta di una compagnia amatoriale che deve mettere in scena l’Otello ma, tra prove, varie dissertazioni psicologiche e discussioni deliranti, qualcosa va per il verso sbagliato e il protagonista principale viene a mancare. A prendere in mano la situazione ci penserà il regista (Paolantoni) che però non conosce la parte. Ne usciranno situazioni imprevedibili così come lo stesso finale.

Improvvisati

«Secondo me, se Shakespeare venisse a vedere questo spettacolo si divertirebbe – dice sorridendo Paolantoni, che firma anche testo e regia –, perché era dotato di grande ironia. Per ciò che ha scritto deve aver avuto un’intelligenza fuori dalla norma e chi è intelligente è anche ironico. Al giorno d’oggi ci si prende troppo sul serio. Con la storia di questo “ridically” politically correct ci si costringe a prendersi ancora di più sul serio. È la morte della comicità, dell’ironia e della satira. È un qualcosa di disarmante e gravissimo». L’attore e commediografo napoletano non nasconde che, dietro alla commedia, si possa celare qualche critica alla società odierna, in special modo nei confronti di chi finge di essere ciò che non è, improvvisandosi a volte tuttologo: «All’inizio il regista fa un po’ di fatica ma poi ci si butta come se fosse una cosa normale fare un qualsiasi tipo di mestiere. Ed è ciò che accade negli ultimi tempi. Infatti c’è un’impreparazione di base incredibile, una mancanza di esperienze... Non c’è più la consapevolezza di quello che si fa. Ciò riguarda soprattutto coloro che hanno poteri decisionali: siamo nelle mani di chi non sa fare niente».

Riscoperte

Lo spettacolo punta quindi a far sorridere, riflettere (toccando anche in maniera leggera il tema del femminicidio) ma anche ad educare le giovani generazioni (e non solo quelle) facendo (ri)scoprire il fascino per Shakespeare e le sue opere immortali: «Io lo spero. Anche questo è un piccolo seme: mi piacerebbe che crescesse la curiosità di andare poi a vedere e leggere la commedia e i capolavori. Ci sono persone preparate che non hanno idea di chi sia Otello e della sua storia; secondo me è assurdo non conoscerla, dovrebbe far parte della cultura basilare delle persone». La rivisitazione è nata dalla voglia di Paolontoni stesso di giocare con la commedia dell’arte, germogliata nel suo paese d’origine, unendo il teatro del Bardo in una perfetta combinazione che, come ammette lo stesso regista, gli sta regalando molte soddisfazioni. Per informazioni: tel. 0532.864580.l