La Nuova Ferrara

Teatro

Nani è protagonista con "La lettera": «Più di 1.600 repliche nel mondo»

di Nicola Vallese
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Domani l’attore ferrarese va in scena al "Barattoni" di Ostellato

29 febbraio 2024
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Ostellato Si immagini una scena semplice con un uomo che si appresta a scrivere e poi imbucare una lettera per la nonna. Accanto a sé, sul tavolo, una bottiglia di vino e un bicchiere. Sembrerebbe tutto normale se non fosse che tale atto viene ripetuto 5, 10, 15 volte sempre in maniera (comicamente) diversa da Paolo Nani, attore protagonista domani alle 21 al teatro Barattoni di Ostellato (via Garibaldi) con “La lettera”.

I numeri di questo spettacolo che ha da poco compiuto 32 anni e che è stato portato in giro per il mondo sono impressionanti: «Abbiamo un po’ perso il conto perché nei primi anni non era facile tenere il calcolo, ma quasi certamente sono tra le 1.600 e le 1.700 repliche», spiega l’attore ferrarese che si è formato con la compagnia di origine argentina Teatro Nucleo dal 1978 al 1990. Un successo che continua a sorprendere lo stesso Nani: «Il fatto curioso è che ci sono persone che hanno assistito a questa performance quando erano ragazzi, poi da adulti e infine portano i loro figli. È incredibile! È un qualcosa che non avrei mai immaginato». La genesi de “La lettera” è stata frutto un po’ del caso e un po’ della fortuna durante un tour a Copenaghen. «Vidi un manifesto e mi accorsi che in scena c’era Nullo Facchini. Lo chiamai per incontrarci e mi propose di fare una cosa comica. L’idea era di giocare con gli “Esercizi di stile” di Raymond Queneau, questo libro dove c’è una pagina dove non succede niente di particolare, ma ripetuta 99 volte con una scena all’indietro, una in volgare...». Ma ci si voleva differenziare dall’autore francese che utilizzava per lo più il linguaggio e così ecco l’intuizione di usare i gesti. «Nullo mi disse di scrivere una lettera fingendo che non ci fosse inchiostro nella penna e fare poi altri cambiamenti. Li per lì mi arrabbiai ma decisi di provare. Dopo la prima variazione Facchini era schiantato dalle risate. Capimmo che la cosa funzionava».

Paolo Nani punta a scatenare le risate del pubblico che continua a seguire da svariati anni la redazione della lettera: «La gente capisce subito che è un tour de force – rivela Nani – Non c’è niente in scena: un tavolo, una sedia, una bottiglia di vino, dei fogli, una busta e una penna. Basta. Io non ho un particolare costume e non ci sono luci specifiche. È tutto un lavoro dell’attore. È tutto un gioco che mira a non annoiare e deve essere sorprendente ogni volta. Non passano tre secondi senza una gag. A distanza di decenni sono usciti i dettagli. Lo spettacolo continua a crescere».

L’esibizione, oltre ad arricchirsi, ha anche viaggiato per i quattro angoli del globo e viene spontaneo chiedersi come cambia la risata a seconda della latitudine: «A parte i giapponesi, i belgi e i piemontesi, va tutto bene – racconta tra il serio ed il faceto Paolo Nani – I primi ridono con la mano sulla bocca senza far rumore. In Belgio funziona in maniera un po’ strana: anche se gli piace tantissimo non ti fanno sapere niente. Quasi la stessa cosa avviene in Piemonte: una volta ho fatto uno spettacolo a Cuneo e c’era tutta una platea che stava a braccia conserte. Io, dietro le quinte, pensai: “Accidenti, che fatica stasera!”. Dopo lo spettacolo andai a parlare col pubblico, cosa che faccio sempre perché mi piace far vedere la persona e non solamente l’attore, e mi dissero che in realtà si erano divertiti moltissimo!» .

Per informazioni e posti: tel. 347.3081187.l