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Un ritorno all’infanzia nei “Giardini della Mutua”

Un ritorno all’infanzia nei “Giardini della Mutua”

Il 30 maggio all’Ariostea Claudio Fochi presenta il suo nuovo romanzo

21 maggio 2024
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Ferrara Ognuno di noi ha un proprio luogo dell’anima, e quello di Claudio Fochi è rappresentato dai “Giardini della Mutua”, quelli situati in piazzale Giordano Bruno per intenderci. Fochi, politico locale e scrittore, è infatti autore del libro “I giardini della mutua” - Romanzo di un luogo magico” (Faust Edizioni), che verrà presentato giovedì 30 alle 17 in Biblioteca Ariostea, con Andrea Maggi e Gina Nalini Montanari e l’editore Fausto Bassini.

Un viaggio intimista compiuto da Leo, voce narrante del libro, voce in parte autobiografica, che ricorda, attraverso il filtro della memoria, episodi a volte marginali volte poco edificanti successi proprio in questo luogo dove tante generazioni di ferraresi sono andate o vanno a trascorrere i momenti liberi della loro giornata. Un romanzo che parte dagli anni ’60 del Novecento ma senza seguire una vera e propria successione cronologica, come ama sottolineare il suo autore. «Ci sono continui flashback, rimandi temporali. Non si tratta di una successione cronologica di eventi o ricordi, ma di una memoria alla Bergson, o alla Proust, cioè quella della coscienza e del suo fluire, che non si può misurare oggettivamente. Si tratta di una memoria selettiva, che seleziona e ricorda solo certi episodi, anche marginali e di poco conto ma che vengono ricordati».

Nulla nel libro è lasciato al caso, anche la copertina che ritrae un signore seduto su una panchina dei giardini, un bambino che gioca a pallone, una bicicletta appoggiata ad un albero, rimandano al fluire dei ricordi narrati dal protagonista, a un’epoca ben precisa della vita, quella dell’infanzia, durante la quale la voce narrante frequentava questo luogo. Un’infanzia felice, forse troppo, o molto, per cui l’autore, o la voce narrante Leo, come si preferisce, ha sentito l’esigenza «di saldare un debito parlandone perché non c’è modo migliore di capire che scrivendone», continua Fochi, evidenziando la superiorità della parola sull’immagine e ricordando in maniera morettiana che «le parole sono importanti».

Sensazioni, ricordi, immagini, attraversano la mente del protagonista che a volte ha a che fare con individui che realmente hanno animato i giardini di via Cassoli, come il signore che raccontava le storie ai bambini, o la signora che gestiva il chiosco dei gelati, altre volte invece gli episodi sono riferiti a persone con altro nome.

Un viaggio intimista che porterà il protagonista a nuove consapevolezze e a considerazioni su come quel luogo ameno, come ama definirlo lo stresso Fochi, sia cambiato nel tempo. «O forse i luoghi rimangono gli stessi e siamo noi a cambiare?». Si concede un attimo di riflessione l’autore, per concludere che un luogo non cambia né in peggio e né in meglio, ma come «il filtro della nostra memoria renda i luoghi diversi».

Una nota a margine la merita il sottotitolo, “Romanzo di un luogo magico”. «In realtà è un luogo ameno, non bello, perché attraverso il filtro della memoria diventa un luogo magico come lo può diventare un luogo che si è amato. Magico è il cerchio dei pioppi, il chiosco, che ci sono ancora», rammenta l’autore, che annuncia inoltre che fra poco manderà alle stampe il suo terzo libro.

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