La Nuova Ferrara

L’evento

A Ferrara Sotto le Stelle ci sono i Blonde Redhead: «La musica è di chi l’ascolta»

Nicolas Stochino
A Ferrara Sotto le Stelle ci sono i Blonde Redhead: «La musica è di chi l’ascolta»

L’intervista al cantante della band che questa sera, 3 giugno, suona dal vivo nel cortile del Castello di Ferrara

03 giugno 2024
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Ferrara Maratona musicale da questa sera, lunedì 3 giugno, a sabato 8 per la 28ª edizione di Ferrara Sotto le Stelle. Ad aprire il festival è il trio italo-giapponese Blonde Redhead. In apertura la cantautrice e polistrumentista veronese Any Other. Si inizia alle 21. In attesa del concerto, il cantante e chitarrista Amedeo Pace si racconta ai lettori della Nuova Ferrara.

“Sit Down for Dinner” è il vostro ultimo album e arriva a 7 anni di distanza dal precedente. Come è stato tornare in studio insieme?
«Kazu all’epoca si era trasferita all’Elba, per ci siamo ritrovati in uno studio d’incisione a Lari dove abbiamo registrato le prime demo del disco. Io avevo già iniziato a scrivere i nuovi testi un anno prima, per cui siamo partiti con già delle idee. Dopo un primo periodo di assestamento siamo riusciti a ritrovare immediatamente l’alchimia di sempre».

Che rapporto avete con l’Italia?
«Io e Simone abbiamo trascorso i primi 13 anni della nostra vita in Italia, mentre Kazu ci si è trasferita nel corso della sua vita. Siamo cresciuti con i grandi nomi della musica italiana come Battisti e Morricone. Il disco stesso è stato registrato tra New York, Lari e Milano».

Quali temi hanno influenzato la scrittura del disco?
«È stato un lavoro durato quasi 5 anni, in cui sono successe tante cose, positive e negative che in maniera inevitabile sono entrate nel disco. Nella prima parte per esempio si sente molto lo strappo vissuto da Kazu per il suo ritorno imprevisto in America prima che chiudessero tutto per l’arrivo del Covid-19».

Ascoltando l’album si percepisce un forte senso di libertà. Vi ritrovate?
«Non è stato pensato a tavolino, ma è frutto di ciò che abbiamo vissuto in quel periodo. Kazu veniva da un disco solista in cui si è trovata a vivere dinamiche di libertà, che dopo trent’anni in un gruppo non sempre è facile affrontare».

E com’è stato?
«Ha condiviso anche con noi quella sensazione e ha di conseguenza influenzato il progetto discografico. Al contempo io stavo vivendo un momento di libertà in cui mi svegliavo la mattina e sentivo la voglia di scrivere nuovi brani. Nei testi scritti da me parlo di vicende molto personali che solitamente preferisco non spiegare ma lascio interpretare a chi ci ascolta».

In copertina l’illustrazione di una fragola. Da cosa nasce l’idea?
«Kazu aveva creato diversi collage, alcuni con le nostre facce, altri disegnati e colorati con inchiostro. Non riuscivamo a decidere quale scegliere fino a quando tra i disegni ho notato questa fragola. La trovo una copertina semplice e diretta, penso possa trasmettere in maniera efficace il messaggio. Mi sono quindi impuntato e alla fine ho convinto tutti».

Seconda volta a Ferrara dopo più di 20 anni. Che effetto fa?
«Nel 2003 suonammo in piazza Castello in un concerto che difficilmente scorderò. In quella stessa edizione suonarono anche i Radiohead e io rimasi qualche giorno in città per poter assistere al loro concerto».

Domani, martedì 4, si continua con Dry Cleaning e mercoledì 5 con Daniela Pes. Venerdì 7 giugno toccherà a Dente e sabato 8 si chiude il primo atto con The Murder Capital.