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Ferrara e il Delta del Po sul canale culturale Arte

Ferrara e il Delta del Po sul canale culturale Arte

La regista D’Amicis e le due protagoniste raccontano in anteprima il documentario girato per la tv franco-tedesca

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Ferrara «È stato un viaggio in una regione dove la cucina è una religione. Ci sono un’infinità di utensili che servono solo per cucinare quella cosa specifica. L’aspetto negativo è che quando poi torni a casa e devi metterti a montare i filmati della preparazione delle ricette, è una tortura. Devi combattere costantemente con la fame. Quando vai nei territori a mangiare i prodotti tipici, genuini, a chilometro zero, assaggi specialità deliziose, poi diventa difficile tornare a quello che trovi in Germania, è una punizione». La regista Francesca D’Amicis, con la troupe televisiva del canale franco-tedesco Arte, ha appena concluso le riprese per la nuova serie di documentari dal titolo “Emilia-Romagna Deliziosa” (Köstliche Emilia-Romagna), prodotta dalla rinomata casa di produzione tedesca Florianfilm Gmbh. Giunta alla sua ottava stagione, la serie si propone di esplorare la cultura gastronomica delle regioni italiane, trasmettendo agli spettatori sia l’appetito per le specialità locali che la curiosità nello scoprire i luoghi che ospitano le riprese. Tra alcune delle regioni italiane già toccate, sul sito della casa di produzione si possono ritrovare la Toscana, la Campania e il Piemonte. Queste nuove puntate porteranno alla scoperta della nostra regione in quattro tappe.

«Una puntata è dedicata a Parma, Reggio Emilia e zone limitrofe, una a Bologna, Modena e dintorni, la terza è sulla Romagna, la quarta vuole esplorare Ferrara fino al Delta. La vostra città l’ho scelta perché mi sembrava interessante per la storia e l’importanza e nella gastronomia italiana – ha spiegato la regista bolzanina che lavora per la tv pubblica tedesca – in fondo le corti rinascimentali, in primo luogo quelle d’Este, sono state l’apice della cucina elaborata italiana, prima che passasse in Francia. Poi a Ferrara sono nate nuove figure professionali legate alla gastronomia, quindi mi sembrava doveroso passare da qui». In città, a fare da sfondo alle riprese sono stati il Palazzo Municipale e il Castello, tra le cucine e i saloni affrescati. Come protagonista è stata scelta Milena Merli, restauratrice di dipinti che ha aperto le porte del suo laboratorio e si è cimentata nella preparazione dei cappellacci al ragù.

«Io restauro dipinti antichi, cornici con dorature a foglia d’oro e d’argento, oltre a manufatti lignei dipinti come mobili e porte decorate. Inoltre, assieme ai mie collaboratori, produciamo soffitti sullo stile ferrarese del ’400 e ’500 in particolare per la Curia di Chioggia. In Castello abbiamo parlato del cuoco di corte Messisbugo e dei dipinti che si trovano nelle varie sale».

Oltre a Ferrara, la troupe ha realizzato riprese anche a Campotto di Argenta, Comacchio e le sue valli, Volano, Mesola e Goro. In quest’ultima località, è stato allestito un set presso il porto turistico, dove la protagonista è stata Carlotta Santolini, biologa marina fondatrice della start up Mariscadoras che si occupa di trasformare il granchio blu. L’impresa si compone di cinque donne che hanno base a Rimini, ma lavorano con il crostaceo che sta infestando il nostro Delta.

«L’obiettivo è creare una filiera alimentare sul granchio blu per far capire che da problema può diventare risorsa.

Per il documentario abbiamo raccontato la nostra storia e quella del granchio che cucineremo in una crepe cake, una sorta di hamburger americano a base di granchio che negli Stati Uniti va molto e speriamo che piaccia anche al pubblico europeo». Per quanto riguarda la gestione di questa specie aliena che minaccia l’acquacoltura del territorio, il parere di Santolini è che «quello che ora si deve fare è cercare una soluzione per mitigarne gli effetti e per capire come fare per salvare la vongola, ma pensare di sterminare il granchio blu per fare tornare la vongola è un’utopia che adesso non può essere reale».

Per ascoltare le interviste complete delle due donne che rappresenteranno il Ferrarese all’estero bisognerà aspettare il prossimo anno, quando si potranno vedere via satellite oppure online. l

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