Rinviato il concerto di Paolo Belli, suonerà a Consandolo
Il concerto dell’8 settembre ad Argenta rinviato al 21 settembre per allerta meteo
Argenta Il concerto di Paolo Belli in programma per l’8 settembre ad Argenta è stato spostato al 21 settembre causa maltempo. È stata emessa allerta arancione per oggi: forti temporali nella serata. Avevamo programmato una bellissima serata con Paolo Belli, che abbiamo deciso di sospendere. Però insieme a Barbara e Lugi, rispettivamente presidenti di Pro Loco Argenta e Pro Loco Consandolo abbiamo una bella notizia da darvi: Paolo Belli sarà a Consandolo il prossimo 21 settembre, una nuova data in occasione della fiera di San Zenone”, ha comunicato il sindaco Andrea Baldini.
Paolo Belli porta sul palco uno show rinnovato, con in scaletta i suoi grandi classici come "Ladri di biciclette", "Sotto questo sole", "Dr Jazz & Mr Funk", "Hey Signorina Mambo", "Ho voglia di ballare", arrangiati in una nuova veste, ma comunque caratterizzati dal suo sound inconfondibile, frutto di un percorso fatto negli ultimi 25 anni sempre con a fianco la sua Big Band, un gruppo affiatato che collabora con Paolo non solo sui palchi durante la stagione estiva, ma anche negli impegni in tv e a teatro.
Musica suonata
Dopo una stagione invernale ricca di soddisfazioni che lo ha visto raccogliere unanimi consensi di critica e pubblico nei teatri di tutta Italia con "Pur di far Commedia", brillante spettacolo teatrale scritto con Alberto di Risio che tornerà in cartellone nel 2025, anche la stagione dei concerti estivi si è rivelata un trionfo. Il concerto di Paolo Belli è un mix di musica, canzoni e parole che appassiona e rende protagonista il suo pubblico. A quanto pare la voglia di divertirsi ai suoi concerti è ancora tanta: «Fortunatamente la pensano così in tanti - dice il cantautore modenese -. Un tuo collega mi ha chiesto cos’è il successo? Il successo è questo, dopo tanti anni amano ancora ascoltare un determinato tipo di musica, suonata in un certo modo. Personalmente ho nulla contro la musica fatta con l’elettronica, però la musica per me è quella suonata dai musicisti, io scrivo le canzoni ma poi sentirle suonare da gente che ha i controc... dici "senti che bella roba" e dal vivo, come si faceva una volta. La gente penso canti ancora queste canzoni perché si fa musica come una volta, con il sudore sulla fronte e tanto studio. Sì, il successo è proprio questo. E non è facile, per fare il nostro tipo di musica devi innanzitutto essere preparato, devi avere una certa preparazione, devi studiare molto e devi continuare a farlo».
Stones e Mingardi
Poi continua: «In tanti ancora portiamo in giro un concetto di musica suonata. E in tutto questo c’è un po’ di follia, potrei andare via con 2-3 soli musicisti e delle basi, l’ingaggio sarebbe maggiore, ma il risultato non sarebbe lo stesso e alla lunga finiremmo i concerti. La risposta delle piazze è questa e dovete credermi, ogni sera a fine concerto, oltre a chiedere le foto, ci sono promoter per altri concerti in giro, è il miglior social che possa esserci». Belli sottolinea: «Sono 35 anni che faccio il mestiere più bello del mondo, quando sono sul palco sembra di aver iniziato ieri, quando scendo ritrovo tutti i miei anni. Ho letto da qualche parte che siamo un ottimo antidepressivo, ma se guardo attorno a quelli che ritengo i miei maestri, dai Rolling Stones a Mingardi, è gente che fa ancora musica live e allora dico "datemi un dottore bravo però lasciatemi quelle migliaia di persone davanti a me"».
Sanremo è Sanremo
Belli è anche un personaggio televisivo da parecchio tempo, quanto aiuta per la sua popolarità? «La televisione è il più grande dei social, ti dà tanto, ma nel bene e nel male. Ho cominciato con Panariello, poi Carlo Conti e Milly Carlucci, dirò sempre viva la televisione, anche perché fra musicisti e tecnici ho una "famiglia" di 35 persone, mi piace pensare che in tanti vivono grazie al nostro lavoro». Ha parlato di follia, ma quella più grande è stata andare al Festival di Sanremo con i Ladri di biciclette nel 1989 in nove, gli ottoni sul palco anziché nell’orchestra furono una grande sorpresa: «Quando lavoravo sul serio, fra i mestieri fatti ci fu anche quello in un negozio di strumenti musicali, dunque conoscevo i rappresentanti delle aziende produttrici. Uno di loro mi disse che grazie alla nostra esibizione tornarono a vendere strumenti a fiato, è un vanto poterlo fare. Poi la parola matto a me piace, significa essere visionari, avere il coraggio di fare le cose: siamo andati a Sanremo con la nostra musica». Nel corso della chiacchierata ecco l’aneddoto, parliamo di grandi musicisti a Ferrara ed ecco che spunta il nome di Ray Charles, al Topkapi di Lido Spina nel 1976: «Io c’ero. Amavo andare a vedere gente come lui oppure James Brown, ripeto ancora Mingardi, poi la Pfm, Ivan Graziani, il Banco di mutuo soccorso, Jannacci, i grandi stranieri che hanno portato in Italia rhythm and blues e soul... Poi nella nostra regione c’è sempre stata una grande voglia di fare musica, senza fare troppi chilometri si potevano ascoltare i più grandi artisti al mondo. Ecco, non so se ho imparato bene da tutti questi grandi della musica, ma il nostro dovere era fare questo tipo di musica: non conta il genere, conta suonare dal vivo, come è stato insegnato a noi. E ora tanti ragazzi vengono da me a chiedere, amo questa cosa».