La Nuova Ferrara

L’incontro

Brizzi a Ferrara con “Due”, il sequel di “Jack Frusciante” trent’anni dopo

Giorgia Pizzirani
ENRICO BRIZZI
ENRICO BRIZZI

Lo scrittore bolognese presenta il romanzo oggi alle 18 da Libraccio

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Ferrara Sono di nuovo gli anni Novanta della Bologna medio-borghese, dove sotto le due Torri il nostro Alex si strugge di nostalgia per la partenza della soave Aidi, che trascorrerà un intero anno di studio scambio in Pennsylvania. Come passerà tutto questo tempo, e saranno in grado i nostri pirati di non far finire un sentimento appena nato?

Lo raccontano le trecentodieci pagine di “Due” (HarperCollins) di Enrico Brizzi, che sarà presentato alla libreria Libraccio di Ferrara oggi alle 18. A dialogare con l’autore sarà lo scrittore ferrarese Paolo Panzacchi. A trent’anni dalla pubblicazione del cult generazionale “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, il bolognese Enrico Brizzi fa quello che non avrebbe mai immaginato di fare: riprende in mano le vite dei suoi eroi adolescenti. «Solo l’anno scorso – racconta – ho finalmente letto e riletto il romanzo dall’inizio alla fine. Una volta terminato mi sono spostato dal divano alla scrivania e ho cominciato a scrivere di getto, come se non fosse passato nemmeno un giorno da allora». Altroché trent’anni. «Mi sono chiesto: “Dove eravamo rimasti?”. Avevo conservato materiali inediti su floppy disk del 1994, ma la mia proverbiale pigrizia me ne ha impedito la consultazione. E, rimessa la penna sul foglio, è affiorato con naturalezza il lessico privato di Alex, della sua compagnia e le ambientazioni felsinee – con digressione del classico studentesco dell’interrail europeo». Lo scrittore ha confessato in più di un’occasione di non sapere davvero chi sia la voce narrante che compare nel romanzo, una sorta di “entità superiore” che racconta i fatti. Potrebbe essere il fratello di Alex? Martino, l’amico scomparso? Chissà, forse ognuno dà a quelle parole un po’ la voce che vuole.

«In “Jack Frusciante” – continua Brizzi – c’era una unica voce narrante, quella del protagonista; con lui il lettore è sceso a perdifiato in bicicletta giù per via Codivilla, con lui ha sofferto i tempi collosi delle interminabili lezioni mattutine del liceo Caimani, con un carosello di amici e famigliari ognuno di loro preso a fare i conti con sé stesso, ognuno visto quasi da lontano da un Alex perennemente incazzato che li guarda quasi attraverso un vetro opaco, completamente uno e io. Ora, in questo nuovo capitolo, la dimensione individuale apre a un’altra unità, una persona di cui non si riesce a fare a meno e con cui appare all’orizzonte una crescita personale ed emotiva che ti porta a cambiare e a costruire una nuova versione del te stesso di prima». E di getto è la lettura con cui ci si può approcciare, perché tutto è rimasto uguale a trent’anni fa, cristallizzato in una gioventù eterna che è di fatto l’unica dimensione in cui i due personaggi possono esistere, facendo riflettere su una idea di felicità adulta e definitiva mai davvero, purtroppo o per fortuna, afferrabile.