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Vasco Rossi presenta il libro Vivere/Living: il rocker incoronato poeta al teatro di Modena

Andrea Marini
Vasco Rossi presenta il libro Vivere/Living: il rocker incoronato poeta al teatro di Modena

Platea gremita per la presentazione del libro d’arte pubblicato da Emilio Mazzoli. I suoi scritti recitati da Mariangela Gualtieri e Paul Vangelisti: «I suoi testi sono vera poesia»

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«Vasco è poeta, lui è un poeta. Non vuole definirsi tale, ma per me lo è». L’incoronazione a poeta per il rocker di Zocca arriva non da un “tizio” qualunque, ma nientemeno che da Paul Vangelisti, poeta americano della beat generation, critico letterario e stimato traduttore, che a conclusione della presentazione del libro “Vivere/Living” ha sentenziato la sua opinione, seguito da fragorosi applausi. È stato uno dei momenti più belli del pomeriggio decisamente insolito andato in scena ieri in un Teatro Storchi di Modena gremito di fans, autorità cittadine e ospiti. L’occasione di quello che si è trasformato in un “Vasco day” è stata la presentazione di questo originale volume, scaturito dalla mente del gallerista ed editore modenese di fama internazionale Emilio Mazzoli, che ha deciso di aggiungere, alla sua collana di testi dedicati alla collaborazione tra poeti e artisti, un libro monografico dedicato a Vasco Rossi. Tiratura limitata, a scopo benefico per il gruppo Abele di don Ciotti, esaurito già ieri pomeriggio. Lo scopo è quello di portare una nuova luce sulla figura di Vasco pubblicandone la produzione più intima e personale per metterne a nudo la persona. Così accanto ai testi di alcune delle sue canzoni più “intime” e significative spuntano stralci di appunti, frasi in libertà su un bloc notes, durante i suoi periodo creativi, o più semplicemente durante i suoi sfoghi personali. Il tutto è accompagnato dalla traduzione in americano di Vangelisti. Staccare i testi delle canzoni dalla musica che da sempre le accompagna poteva sembrare un azzardo. Eppure ieri pomeriggio, nel buio dello Storchi, sentire quelle stesse strofe lette da una poetessa del calibro di Mariangela Gualtieri, che è passata da “Jenny”, a “Vivere” da “Albachiara” a “Sally”, da “Ogni volta” a “Un Senso” ha stupito il pubblico che ha ascoltato, in religioso silenzio, queste parole prendere una forma diversa. E ha toccato direttamente lo stesso Vasco entrato sul palco anzitempo, commosso, per ringraziare la poetessa per le emozioni che aveva regalato. Emozioni che arrivano dai testi di Vasco e allora si torna al punto di partenza Vasco è poeta oppure no? Per Vangelisti, in videocollegamento da Los Angeles, «con camicia modenese addosso» ha tenuto a precisare, non ci sono dubbi. «Se lo scopo della poesia è quello di praticare l’impossibile – ha detto – Vasco è un poeta». E ha raccontato come nel tradurre i suoi testi in americano sia stato fedele trovando un solo ostacolo: «la parola “sconvolto”, non esiste in americano». E Vasco ridendo: «per forza l’ho inventata io...con la mia vita “supefatta”...»

Il poeta italiano Nanni Cagnone ne ha elogiato lo spirito libero «Vasco impersona l’innocenza adulta – ha detto – che si esprime attraverso la sua rettitudine, la capacità di esprimersi liberamente e con una moralità anticonvenzionale». Ed Emilio Mazzoli seduto in prima fila, soddisfatto per un evento che è un po’ anche la sua consacrazione, ha annuito ribadendo: «Ho sempre ammirato fin dagli esordi questo “montanaro” di Zocca – ha detto – Fin dal Sanremo in cui arrivò ultimo. Ha sempre avuto una marcia in più, è speciale, è un artista ed è un animo puro. Ammiro le sue parole scritte che rimangono impresse, dico qualcosa. Ho voluto premiarlo con un libro metterlo vicino ai miei amici artisti e poeti. Credo che il mondo di oggi così complicato ha un debito con la poesia, il mondo ha bisogno di parole belle e di semplicità e di umanità soprattutto. Le sue parole sono come una sorgente: acqua fresca che sgorga». Parole e complimenti che hanno messo in imbarazzo Vasco, che ha ammesso di vivere questo libro e la giornata allo Storchi come «La mia notte degli Oscar – ha detto – Ecco questo libro d’arte per me vale come un Oscar soprattutto perché arriva da una persona come Mazzoli che di poesia se ne intende e ne vado orgoglioso. Poi arriva in questo luogo che da bambino vedevo ogni settimana quando scendevo proprio qui davanti dalla corriera arrivata da Zocca, per andare a lezioni di canto». E alla fatidica domanda sull’essere o meno poeta Vasco come ha risposto? «Ho fatto solo questo nella vita: per 50 anni ho praticamente solo scritto. Non ho imparato a parlare bene in pubblico perché mi sono concentrato sulle canzoni. Quando c’è una musica sotto tutto cambia per me» ha candidamente ammesso – «Io non mi sento un poeta, mi sento uno che dà musica alle parole. Sono stato travolto da questo amore da piccolo, dalla canzone. La parola testi secondo me è un po’ sminuente, invece liriche è proprio la definizione giusta».