Macchiavelli a Pontelagoscuro con “La Balla dalle scarpe di ferro”
Righe di periferia. Il 31 ottobre alle 18.30 l’autore presenta il suo noir
Pontelagoscuro “Cosa ricaviamo da questa storia, e cosa dalla Storia che le fa da sfondo e guida? Che tutto si ripete, e che oggi abbiamo perduto il senso fondamentale di saper levare la nostra voce per fare valere i nostri diritti, perché nessun altro lo farà al nostro posto”. Il maestro del noir italiano Loriano Macchiavelli introduce senza giri di parole la trama del suo ultimo libro “La Balla dalle scarpe di ferro”: alle spalle, una vicenda editoriale rocambolesca e irta di peripezie, con battute d'arresto e una nuova pubblicazione arrivata – dopo la prima negli anni Ottanta – agli inizi di settembre per Einaudi. Una narrazione intorno alla più celebre e temuta associazione libera di aiuto e mutuo soccorso al popolo che dà il nome al titolo, nella Bologna dell'Italia del dopo Unità. Quella Bologna già perseguitata dal potere regio e da quello papalino, che aveva mostrato muscoli e cuore respingendo gli austriaci nell'agosto del '48 – dove fanno la loro comparsa sulla scena politica internazionale le donne, partecipando per la prima volta ai combattimenti per le strade della città – e che si trova ora divisa tra capipopolo che spesso agiscono al margine della legge e ambigui questori, rappresentanti di quella stessa legge, che ignorano il linguaggio della gente e ordiscono trame ancora più oscure. E il confine sempre incerto tra legalità e giustizia vera sfuma ancora una volta, mentre leggiamo del braccio di ferro tra i protagonisti Camillo Pinna e Felice Trenti.
“Il mio – specifica lo scrittore – è il mestiere più bello del mondo, perché ho la possibilità continua di studiare e approfondire; mi stregò il faldone che Roberto Roversi mi mostrò un giorno di parecchi anni fa, contenente i resoconti quotidiani, a cura della Gazzetta delle Romagne, del processo a carico di centodieci malfattori imputati dei più vari reati, le cui sedute si tenevano nel Salone d'Ercole del Palazzo Comunale con gli imputati rinchiusi in una gigantesca gabbia di ferro. E volli scrivere di loro: cominciai quella stessa sera.” La narrazione coinvolgente dispiega una trama paradossalmente contemporanea: improbabile non notare parallelismi tra il Regno d'Italia, un'epoca storica a tinte fosche, e il Paese che tutti conosciamo oggi; un'era in cui il rischio di populismi era tanto forte quanto lo è oggi, e in cui una poltrona rispettabile non garantisce la rispettabilità di chi la occupa, né giustifica i giudizi dispensati dall'alto che tante, troppe volte ricalcano e inseguono interessi privati. Il libro sarà presentato giovedì 31 ottobre alle 18.30 in Sala Nemesio Orsatti di Pontelagoscuro, in occasione del secondo appuntamento della rassegna Righe di periferia.