La Nuova Ferrara

L'intervista

Noemi, la ragazza con la valigia: «Ho scoperto Ferrara e l’ho amata»

Corrado Magnoni
Noemi, la ragazza con la valigia: «Ho scoperto Ferrara e l’ho amata»

Dai programmi sportivi alle serie tv: storia di un percorso entusiasmante

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Ferrara Noemi Gherrero, attrice, conduttrice televisiva e scrittrice, è nata a Napoli nel 1988 e da un anno ha eletto Ferrara a sua città di residenza. Per lavoro si sposta spesso ma è qui che ama tornare quando la sua vita professionale le concede qualche sosta. Nel corso degli anni ha lavorato al fianco di attori come Giacomo Rizzo, Gianluca Di Gennaro, Michele Riondino, Emiliano De Martino e Julia Mayarchuk. Ha lavorato in produzioni tv come “I bastardi di Pizzofalcone” e “Mare fuori”. In questa intervista accompagna i lettori della Nuova alla scoperta del suo percorso.
Come si è evoluta la tua carriera negli ultimi anni?
«Ho iniziato con il teatro, poi sono passata alla televisione locale e alle trasmissioni sportive. Da lì, sono arrivata a Rai 3, conducendo un programma che raccontava la lingua italiana. È stata un’esperienza bellissima e arricchente».
Ha deciso di lasciare Napoli per trasferirti a Ferrara. Come mai questa scelta?
«Cercavo una dimensione più intima, lontana dal caos delle grandi città. Ferrara è stata una scelta spontanea: mi offriva una tranquillità che non avevo trovato altrove, un modo per rallentare e vivere diversamente. È stata una transizione non facile, ma ricca di nuove esperienze. Ho sempre amato i cambiamenti: fare pacchetti, traslocare… per me è divertente, mi dà energia».
Com’è stato l’impatto con la città?
«Ferrara è una città che si sta aprendo, e la sua storicità è affascinante. Ho partecipato a eventi come il Ferrara Film Festival e progetti legati al territorio, come quelli con la squadra di pallavolo Quattro Torri. Quando sono in un posto nuovo, sento la necessità di giustificare la mia presenza, di integrarmi e scoprire cosa ha da offrire».
Ha recentemente pubblicato un libro, “Tempi Dipinti”. Di cosa parla?
«È nato a quattro mani con Marco Peluso. Abbiamo iniziato a scriverlo nel 2019, ma è stato pubblicato solo lo scorso anno a causa di divergenze e discussioni. La protagonista è Miriam, una pittrice che cerca di affermarsi in un mondo non sempre favorevole alle donne. Non è una storia femminista, ma esplora la realtà quotidiana. È un libro che parla anche di me, perché ogni storia che raccontiamo porta con sé una parte di noi».
Parla spesso di arte e spiritualità. Cosa rappresentano per lei?
«Durante la pandemia ho creato un progetto fotografico legato all’immobilità di quei giorni, un modo per esprimere i cambiamenti che stavamo vivendo. Inoltre, ho fatto due Cammini di Santiago, nel 2022 e nel 2024. È stata un’esperienza straordinaria. Camminare e raccontare quelle giornate mi ha permesso di scoprire un lato diverso di me stessa, lontano dalla superficialità che, spesso, vedo sui social»
Cosa vede nel suo futuro?
«Non so dove mi porterà il futuro, ma di certo non rinuncerò mai alla mia dimensione artistica. Amo cambiare, scoprire, vivere esperienze nuove. Ferrara è stata una tappa importante, ma non escludo di tornare in una grande città o, chissà, di intraprendere un nuovo viaggio. Ogni tempo ha le sue emozioni, e io voglio viverle tutte».