Ferrara, Placido a teatro: «Pirandello, come un padre per me»
“Trilogia di un visionario” replica oggi e domani al Teatro Abbado
Ferrara È andata in scena ieri sera al Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara la prima nazionale di “Trilogia di un visionario”, omaggio di Michele Placido a Luigi Pirandello, a 90 anni dal Nobel dello scrittore siciliano. Lo spettacolo intreccia tre delle più celebri opere pirandelliane – “L’uomo dal fiore in bocca”, “La carriola” e “Sgombero” – in un unico racconto che esplora l’animo umano, tra alienazione e riflessione esistenziale. In vista della replica di questa sera (20.30), l’attore e regista, nonché presidente della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, si racconta ai lettori de la Nuova Ferrara.
In diverse interviste ha definito Pirandello come suo padre putativo. Cosa significa per lei questa figura?
«A 18 anni ebbi la fortuna di entrare all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico. Mio padre teneva molto a questo traguardo, ma non ha mai potuto vedermi realizzare il mio sogno: è mancato prima che io finissi gli studi. Quel vuoto lo colmai grazie alle novelle di Pirandello, che iniziai a leggere di sera per trovare conforto. Pirandello non solo mi ha introdotto al teatro, ma mi ha anche insegnato a vedere la vita con occhi diversi, affrontandone le difficoltà con uno sguardo lucido e consolatorio».
Come è nata l’idea di racchiudere questa trilogia in un’unica messa in scena?
«“L’uomo dal fiore in bocca” è un mio cavallo di battaglia sin dai tempi dell’Accademia. Si lega perfettamente a “La carriola” e “Sgombero” per il tema comune dell’alienazione, anche se ognuno lo affronta da angolazioni diverse. Nel primo, il protagonista è consapevole di avere poco tempo da vivere; “La carriola” rappresenta invece il nostro presente, dove il lavoro spesso ci aliena, facendoci dimenticare i veri sapori della vita. Infine, “Sgombero” completa il quadro con la riflessione sulla perdita delle radici. Sono tre testi inediti per il teatro ufficiale, ma insieme formano un percorso drammaturgico coeso».
Qual è il punto di forza di queste novelle?
«La forza sta nella loro capacità di alternare tragico e comico, mostrando l’uomo che si osserva dall’esterno, estraniandosi da sé. “La carriola” per esempio, che mi fu regalata da Leonardo Sciascia, è particolarmente attuale. Parla dell’infelicità dell’uomo moderno, sempre più prigioniero di sé stesso. Pirandello descrive con maestria la follia e l’alienazione, ma non manca mai quel tocco di umorismo che svela il ridicolo delle nostre vite. Spesso viviamo senza renderci conto di vivere davvero i reali sapori della vita».
Un altro elemento centrale è la corrispondenza tra l’autore e Marta Abba.
«Abbiamo recuperato oltre 500 lettere scritte per la maggior parte da Pirandello. Questo rapporto epistolare rivela un lato intimo dello scrittore e l’influenza di Marta sulla sua produzione. Era la sua musa, la amava e almeno otto delle sue opere hanno protagoniste femminili ispirate a lei” A novembre 2024 è uscito il suo film “Eterno Visionario”».
Pellicola e spettacolo sono in qualche modo legati?
«In entrambi riveliamo una vita segreta di Pirandello. È un po’ come il protagonista de “La carriola” che confesso al pubblico in sala il fallimento della sua vita. Il sottotitolo del film è “Vita segreta di Luigi Pirandello”, perché cerchiamo di svelare il lato nascosto del drammaturgo. Nonostante il successo e il Nobel, Pirandello ha vissuto una vita infelice, tra le difficoltà familiari e la gelosia della moglie».
Ferrara ospita la prima nazionale dello spettacolo. Ha un significato particolare per lei debuttare in questa città?
«Sono profondamente legato a questa città, che considero un po’ casa mia. Da sette anni faccio parte del consiglio di amministrazione della Fondazione Teatro, e insieme abbiamo raccolto molte soddisfazioni. Ferrara, con il suo patrimonio artistico unico, mi permette di riflettere e migliorarmi, sia come uomo che come artista. Venendo da un piccolo paese della Puglia, lavorare in un teatro così prestigioso è una delle più grandi gratificazioni della mia vita».
Oggi alle 18 Placido e la compagnia incontrano il pubblico al Ridotto. Questa sera si replica alle 20.30, domani alle 16. Per informazioni e posti: tel. 0532.202675.